Lunedì 27 gennaio 2020, ore 16.30 - Palazzo Loredan
In Italia il Giorno della Memoria significa innanzitutto condivisione del dolore di una comunità che ha subito un'odiosa persecuzione e che ha dovuto patire la tragica fine di tante vite, ma nel giorno in cui si rievocano la persecuzione e l'omicidio di massa di cui sono stati vittime tanti Ebrei è necessario ricordare che il razzismo e l'antisemitismo dell'ideologia fascista sono stati la premessa degli atti politici che hanno preceduto le leggi razziali del 1938 e successivamente la crudele persecuzione delle vite, attuata al fianco dell'alleato nazista.
L'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti propone una riflessione sia sulla dimensione storica della Shoah che sul perverso connubio tra ideologia fascista e scienza nei processi di discriminazione e di esclusione.
Interverranno
Michele Sarfatti, Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea
La dimensione storica della Shoah
Gian Antonio Danieli, Presidente emerito dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
Eugenica e razzismo nell'Italia fascista, prima delle leggi razziali del 1938.
L'eugenica e il razzismo anglosassone trovarono una particolare declinazione negli atti politici che hanno preceduto la promulgazione delle leggi razziali del 1938. In queste, il razzismo e l'antisemitismo dell'ideologia fascista, proclamati con enfasi dallo stesso Mussolini, realizzarono un perverso connubio, coperto da una parvenza di scienza.
Annacarla Valeriano, Archivio della Memoria - Fondazione Università degli Studi di Teramo
Contributo dei saperi e delle pratiche della psichiatria tradizionale al "razzismo di Stato" fascista.
La cultura psichiatrica tradizionale ha percorso le orme di una "ideologia della diversità" che tendeva a stigmatizzare coloro che deviavano dalla norma, evidenziandone qualità deteriori come l'amoralità e la dissolutezza; la medesima "ideologia della diversità" ha infiltrato anche il pensiero fascista. La relazione proverà a riflettere sul contributo dato dai saperi e dalle pratiche della psichiatria tradizionale all'attuazione del "razzismo di Stato" fascista, poi culminato nelle leggi razziali del 1938.