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Intervengono Alfonso Caramazza e Leonardo Fogassi; coordina Elisabetta Tola
Il linguaggio parlato non è una singola facoltà, ma è il risultato dell'integrazione ed interazione di numerose capacità, che ci consentono di parlare e di comprendere ciò che dicono gli altri. Dagli studi sull'apprendimento del linguaggio nei bambini e dagli studi comparativi effettuati sui primati non umani si è arrivati ad ipotizzare che circa 200.000-300.000 anni fa, in coincidenza con l'aumento di dimensioni del lobo temporale, sia comparso un sistema semantico-lessicale, che fu presente in diversi ominidi. Molto più tardi, forse 50.000 anni fa, sarebbe comparso un sistema grammaticale, che potrebbe essere stato esclusivo di Homo sapiens. Le forme grammaticali permettono di rappresentare azioni; esse dipendono dalla cosiddetta Area di Broca e dai circuiti cerebrali ad essa collegati, ma sono anche in relazione con la capacità di compiere rapidamente la serie di movimenti oro-facciali necessari per articolare le parole. La ricerca attuale cerca di chiarire questa intricatissima serie di relazioni utilizzando metodologie molto diverse, dalla genetica molecolare alla neurofisiologia, allo studio delle diverse patologie del linguaggio.
da Wikipedia: Area di Broca, Area di Wernicke, Afasia, Neuroni specchio
da Scientiae Munus: Neuroni specchio: un meccanismo per capire e interagire con altri individui
da ECplanet: Le scimmie e l'uomo
Centro Interdipartimentale Mente/Cervello, Università di Trentoda Pikaia, il portale dell'evoluzione: Le origini del linguaggio
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http://www.asia.it/adon.pl?act=doc&doc=430
http://en.wikipedia.org/wiki/File:MRI-Philips.JPG Autore: Jan Ainali. Licenza Creative Commons.
http://class.csueastbay.edu/COMMSCI/ATP%20website%201-4.htm