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Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - Testata per la stampa

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Palazzo Loredan

Dettaglio della facciata (G.G. Grapiglia)
Dettaglio della facciata (G.G. Grapiglia)

L'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti ha sede a Palazzo Loredan fin dal 1891. Questo edificio occupa un'estensione rilevante di Campo S. Stefano su cui si affaccia con due fronti: il primo breve e litico, il secondo lungo con una elegante polifora che caratterizza l'ingresso all'Istituto.
Il palazzo, acquistato dai Loredan nel 1536, venne ristrutturato con forme e caratteri rinascimentali da Antonio Scarpagnino. Dell'originaria fabbrica gotica, appartenuta ai Mocenigo, rimangono testimonianze costruttive lungo il muro verso il rio e nell'androne  la "vera da pozzo" gotica del XV sec. e le arcate in pietra d'Istria poggianti su capitelli tardo-gotici.
Il progetto dello Scarpagnino comprendeva una decorazione ad affresco, ora completamente scomparsa, di Giuseppe Porta detto il Salviati e del maestro fiorentino detto "dal zallo", raffigurante episodi di storia romana, figure allegoriche, fregi e grottesche. L'atrio, che oggi ospita la collezione del "Panteon Veneto", si presenta con due archi ai lati e tre arcate minori al centro, due scaloni laterali, che proseguono in due rampe confluenti nella scala monumentale. La decorazione a soffitto del mezzanino è stata realizzata, approssimativamente alla fine del Cinquecento, da Antonio Aliense, Iacopo Palma il Giovane e Sante Peranda. Nello stesso periodo venne eretta la facciata minore verso la chiesa di Santo Stefano, con il prospetto di tipo scamozziano, attribuibile a Giovanni Girolamo Grapiglia. Questo fronte in pietra trova corrispondenza al suo interno con la sala delle adunanze nella quale è possibile ammirare un bel portale di G. G. Grapiglia, che presenta un architrave decorata da una scultura di Girolamo Campagna, e una tela di Jacopo Tintoretto raffigurante una Madonna col bambino e quattro senatori.
Due sale del piano nobile sono decorate con preziosi stucchi settecenteschi  attribuibili a Giuseppe Ferrari, mentre gli affreschi del soffitto sono assegnati a Giuseppe Angeli.
Il palazzo è un luogo ricco di memorie storiche legate al periodo risorgimentale, richiamate  all'ingresso dal Panteon Veneto e dalla lapide in memoria del martirio del patriota Luigi Dottesio, impiccato a Venezia nel 1851.

 



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