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La rappresentazione di Venezia e del Veneto tra fotografia e cinema

Edizioni Brogi, Veduta della Piazzetta da Palazzo Ducale
Edizioni Brogi, Veduta della Piazzetta da Palazzo Ducale

14 gennaio 2005 - Palazzo Franchetti
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti


A partire dal XVIII secolo assistiamo ad un'alfabetizzazione di base verso una nuova lingua visiva universale che ridefinisce e assimila una geografia mentale, culturale e immaginativa di pubblici sempre più ampi. Esaminando il Veneto come scenario di questa trasformazione, la ricerca svolta negli ultimi tre anni nell'ambito del progetto di ricerca promosso dall'Università di Padova "La fotografia e il cinema nel Veneto in rapporto alla funzione documentaria del paesaggio storico dagli inizi del XIX secolo al 1960", ha innanzitutto chiarito come inventori, ambulanti e scienziati - grazie ai primi congegni ottici - abbiano contribuito, attingendo all'immensa iconosfera popolare, a rinsaldare il rapporto con la cultura dell'epoca (pittura, architettura, scenografia teatrale etc.) creando stereotipi e repertori visivi che vengono elaborati nel corso del XIX secolo.
In seguito, l'opera di fotografi come Carlo Naya, Carlo Ponti, Tomaso Filippi ed altri, attivi a Venezia nella seconda metà dell'Ottocento, utilizzarono e riformularono questa eredità iconografica che tanto influì anche sulle prime realizzazioni cinematografiche. La loro opera, inoltre, risentì del clima culturale che la città e il territorio veneto stavano vivendo in seguito alla caduta della Serenissima. Insieme alla letteratura italiana e straniera, a partire dalle testimonianze dei viaggiatori del Grand Tour quindi, la fotografia ottocentesca impose l'idea e il mito di una Venezia romantica e decadente.
Sono oltre cinquecento i film di produzione italiana girati nel Veneto. A questo immenso repertorio, in parte già studiato, la ricerca ha aggiunto l'analisi dei cinegiornali, dei documentari, dei cortometraggi, dei filmati degli archivi militari e delle foto scattate sui set cinematografici.
Guardare Venezia e il territorio veneto con gli occhi di fotografi, operatori e di quanti, artisti e intellettuali, l'hanno raccontata lungo l'arco del XIX e XX secolo, offre spunti di riflessione e apre a considerazioni di tipo storico e culturale su tutto il secolo appena trascorso.
Il Convegno è diviso in due sezioni, la prima dedicata al progetto di ricerca generale, la seconda parte alla didattica. Nell'ambito di questa sezione, sono stati verificati i modi e il livello di diffusione che la fotografia e il cinema hanno avuto nel territorio veneto a partire dall'Ottocento e fino agli anni sessanta del Novecento quali sussidi alla didattica. La teoria dell'insegnamento oggettivo - applicata diffusamente già negli ultimi decenni dell'Ottocento - sosteneva infatti la necessità dell'esperienza diretta. Ciò avrebbe facilitato sia il lavoro dell'insegnante, sia l'apprendimento quantitativo e qualitativo degli studenti rispetto allo studio condotto solo sui libri di testo. Fotografia e cinema divennero in sostanza - ognuno con tempi e modalità proprie e specifiche - un sussidio didattico irrinunciabile, vero e proprio sostituto della realtà, in classe.

PROGRAMMA

Prima sezione
Gian Piero Brunetta (Università di Padova), Presentazione
Alberto Zotti (Università di Padova), Venezia Imago Mundi. Rappresentazioni e trasformazioni dello spazio urbano
Michele Gottardi (Università di Venezia), Iconologie veneziane: dalla tela allo schermo
Elena Roncaglia (Università di Padova), Rappresentazioni fotografiche e suggestioni letterarie nella Venezia dell'Ottocento
Carlo Montanaro (Accademia di Belle Arti-Venezia), Il cinema trova casa: le prime sale a Venezia
Alessandro Faccioli (Università di Padova), Veneto in guerra: attualità cinematografiche della prima guerra mondiale

Seconda sezione
Italo Zannier (Università di Venezia), Fotografia e didattica tra Ottocento e Novecento
Sara Filippin (Archivio Fotografico del Seminario Vescovile - Treviso) , La presenza della fotografia e del Cinema nelle scuole del Veneto di più antica fondazione
Patrizia Zamperlin (Museo dell'Educazione - Università di Padova), Un potentissimo mezzo d'istruzione: le proiezioni luminose nella scuola elementare tra Ottocento e Novecento.

 
 
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