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Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - Testata per la stampa

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Le ciotole di Toots Zynsky a Palazzo Loredan

Toots Zynsky a Palazzo Loredan

10 ottobre - 8 dicembre 2014
Piano nobile di Palazzo Loredan
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti

Progetto di
Caterina Tognon

Informazioni
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00
Ingresso libero


....."Per un artista contemporaneo come la Zynsky, la ciotola è una forma interessante più per le complesse relazioni tra superficie interna ed esterna che non per le implicite allusioni metafisiche. Il contrasto interno - esterno è il cardine su cui sono giocati la concezione, l'esecuzione e la fruizione delle sue forme, il che lascia supporre che la ciotola debba rimanere vuota, poiché un qualsiasi contenuto celerebbe gran parte delle superfici interne. Il fatto che sia aperta ed esponga quanto più possibile la concavità rende possibile il dialogo tra interno ed esterno. Il problema è stabilire quanto debbano essere alte le pareti per mantenere in vita questo dialogo. Troppo alte e la ciotola diventa un vaso, troppo basse e diventa un piatto: in nessuno di questi due casi interno ed esterno riescono a fondersi in un'unica esperienza estetica. 

La Zynsky raccoglie questa sorta di sfida che la spinge ad alzare le pareti, e quindi ad aumentare la profondità della forma. Ma l'apertura dev'essere sufficientemente ampia da lasciare intravedere la superficie interna. E' insomma il rapporto interno-esterno a dettare le proporzioni e le forme. La base di una sua ciotola è sempre più piccola dell'imboccatura, per dar modo alle pareti di esplodere come i petali di un fiore Non pochi artigiani, inclini ad annullare la distinzione tra arte e artigianato, hanno evitato qualsiasi riferimento a oggetti di uso comune, preferendo definirsi scultori di argilla, vetro, o quant'altro. Ci si può immaginare la Zynsky alle prese con sculture astratte di vetro, con le stesse tecniche che oggi usa per le sue ciotole. Ma l'interazione tra diritto e rovescio funziona meglio quando non ci sono dubbi su qual è il dentro e qual è il fuori. In un certo senso, dunque, il suo lavoro dipende dalla nostra familiarità con questi contenitori, familiarità che rende la sua estetica sorprendentemente fruibile. E allora perché mai dovrebbe andare in cerca di altre forme? E, comunque, perché non considerare le sue opere come sculture vitree a forma di Con quelle pareti fonde, ma allungate in modo irregolare, le opere assumono un'opulenza barocca fatta di curvature istintive. Una funzione fondamentale di queste curve è quella di offrire a chi osservi dall'esterno, degli scorci delle sue superfici interne. Si tratta di curve estremamente espressive, e il vetro così forgiato narra il susseguirsi di decisioni scultoree culminanti in una forma finale.
Ma queste ciotole narrano anche la storia della tecnica vetraria della Zynsky. Sono fatte di canne di vetro fuso talmente sottili da poter essere definite fili. Questi conferiscono alla superfice una struttura rigida, ma segnano anche un netto contrasto tra interno ed esterno, dato che le due diverse serie di fili corrono spesso lungo direzioni diverse, come pure diverse sono le colorazioni. Si può dire che l'artista stessa ha inventato queste tecniche, che fanno ormai parte del suo stile così come le forme, frastagliate e svasate, e l'iridescenza delle tonalità. E' qui che entra in gioco il linguaggio dei fili di vetro.Ci sono in genere due multipli strati di fili, corrispondenti all'interno e all'esterno della ciotola. Lo strato di base è composto di solito da fili colorati, disposti in modo tale da formare disegni astratti che a volte ricordano i dipinti di Morris Louis. Questa fase di lavorazione è, in certo qual modo, una forma di pittura. 
La Zynsky utilizza una tavolozza di una sessantina di colori, e i suoi assistenti passano gran parte del loro tempo nel preparare i fili, con l'aiuto di un congegno creato per lei da un ingegnere olandese. Lo strato superiore è fatto, per contrasto, con fili di vetro chiaro che, con la fusione a caldo, formano una specie di rivestimento semitrasparente che smorza i colori spesso vivaci della superficie esterna. A volte gli strati, e dunque il contrasto interno-esterno, finiranno con l'essere ribaltati, con un interno vivace e un esterno più tenue. In ogni caso l'anatomia della ciotola può dirsi completata quando lo sono i due strati di fili, e a quel punto può iniziare il processo di forgiatura scultorea che porterà dal disco alla ciotola.I fili resteranno separati anche dopo la fusione, dunque l'opera pare fatta di fibre, appena ruvida al tatto. La trama offre una dimensione in più ai veli di colore intenso, apportando un suo specifico contributo all'estetica del concavo e del convesso. In un'epoca in cui il rapporto tra arte e bellezza è tanto ampiamente dibattuto, l'opera della Zynsky possiede una bellezza assoluta. Si tratta però di quello che il poeta André Breton avrebbe definito bellezza febbrile. L'intensità cromatica, la vitalità tattile delle pareti scanalate, le rutilanti energie di forma e disegno si fondono in un insieme luminoso grazie all'interazione tra vetro e luce. Ecco il motivo per cui le sue ciotole devono restare vuote. Il contenuto oscurerebbe quell'interazione. Queste opere sono tra gli oggeti più belli che mai siano stati fatti, e la loro bellezza è il prodotto della materia vetro e della sua trasformazione artistica attraverso i processi di lavorazione." 
Arthur Danto 

"La tecnica che uso per le mie opere, definita con il termine "Filet-de-Verre", e' di mia invenzione e si è evoluta in più di trent'anni di lavoro partendo dalla sperimentazione di diverse tecniche di manipolazione artigianale del vetro: soffiatura, pate de verre, vetrofusione, colatura, etc. "Filet-de-Verre" inizia con il filare canne di vetro colorato di provenienza esclusivamente muranese (con un macchina appositamente brevettata) grandi quantità di sottili fili di vetro. Questi fili saranno la materia prima del mio lavoro. Le opere partono dalla composizione di molti strati di fili sovrapposti su un piano di ceramica refrattaria. Stendere ogni singolo pezzo è per me esattamente come realizzare un disegno o meglio dipingere. Quando la composizione in piano è completa, comincia il lavoro di termofusione in un forno elettrico. Non appena i fili cominciano a fondersi trasferisco la lastra, composta di migliaia di fili, su una serie di supporti metallici preriscaldati, via via più profondi e rotondi. Continuamente dentro e fuori, comincio poi a dargli una forma libera schiacciandola e tirandola manualmente. Qualche volta appoggio il pezzo sottosopra su un cilindro per permettergli di drappeggiare per forza di gravita', creando delle curve naturali. Seguendo le pieghe i margini superiori si definiscono di conseguenza, con naturalezza.Poi come ogni vetro caldo necessita di raffreddarsi lentamente, per piu' giorni. I pezzi sono sostanzialmente finiti quando escono dalla tempera di raffreddamento. Se intatti, basta lavarli e passarli con una lima diamantata e voilà....."
Toots Zynsky

Approfondimenti
http://tootszynsky.com/

 
 
 



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