Figlio della scrittrice e poetessa friulana Maria Molinari, conseguì la laurea in matematica a Padova nel 1901 e fu in seguito assistente onorario di Geometria proiettiva ed assistente straordinario di Geometria analitica e di Analisi infinitesimale. Ma il suo profondo spirito umanistico lo condusse ad avvicinarsi ai problemi della statistica entrando al Ministero dell’Agricoltura ed in seguito, durante la prima guerra mondiale, affrontando con grande responsabilità e senso civico i compiti, tra gli altri, di capo dell’Ufficio Studi e Statistica, di capo della delegazione italiana per gli approvvigionamenti agricoli e industriali in USA e Canada e di rappresentante italiano alla conferenza internazionale di Atlantic City (1919). Progressivamente orientato verso lo studio della Statistica, ottenne la cattedra di Statistica metodologica e finanziaria all’Università di Ferrara (1926), per poi passare, due anni più tardi, all’Università di Padova, dove rimase fino alla sua morte. Autore di numerose pubblicazioni nelle quali emerge come la sua costante preoccupazione fosse quella di non poter dissociare la statistica dalla concreta realtà dei fatti umani. Partecipò attivamente anche alla vita politica, divenendo Senatore della Repubblica e membro delle Commissioni parlamentari Esteri e Finanze e Tesoro.