Intellettuale e patriota, compì i primi studi nei ginnasi tedesco e italiano, nel 1866 seguì il padre, espulso da Trieste per ordine della polizia, prima a Vienna quindi in Italia. Si laureò in giurisprudenza e in lettere a Padova, nel 1871, e a Graz, nel 1872. Rientrato a Trieste, nel 1873, vinse il concorso per bibliotecario civico. Direttore dal 1875, e in seguito presidente, della Società di Minerva, assunse la direzione del periodico “Archeografo triestino”. Dopo il 1880 si dedicò quasi esclusivamente alla storia di Trieste e all’attività politica: consigliere comunale, con le prime elezioni a suffragio universale dell’Impero austro-ungarico fu eletto al Parlamento nel 1897, portando a Vienna “il grido di dolore della sua gente offesa”. Lasciata Trieste allo scoppio della guerra, vi tornò nel 1918, avendo rifiutato, nel frattempo, una cattedra di Storia del Risorgimento all’Università di Bologna e ritardato la nomina a Senatore del Regno al 1919, venendo eletto presto vicepresidente del Senato.