Laureatosi in legge a Torino nel ’64, dove il padre – di famiglia benestante e di sentimenti antiaustriaci – si era rifugiato, l’anno dopo si trasferì a Milano; sposatosi con Margherita Valmarana, nel ’69 rientrò a Vicenza e si dedicò all’attività letteraria (del ’76 è la raccolta di liriche Valsolda, dell’81 Malombra, dell’85 Daniele Cortis, del ’95 Piccolo mondo antico), affrontando dapprima i temi della filosofia positivista e dell’evoluzionismo darwiniano, e poi accostandosi al modernismo, nell’esigenza di sottoporre i testi biblici alla critica storica. Venne nominato senatore. Figura assai discussa, fu tra i maggiori interpreti della crisi dei valori etici e civili della borghesia italiana nell’epoca post–unitaria.
Vicepresidente dal 15 novembre 1900-1902; presidente dal 27 novembre 1902-1905.