Appartenente a una famiglia ebraica sefardita, nel 1852 si trasferì a Vienna per dedicarsi agli studi di medicina, che tuttavia abbandonò nel 1854 per quelli filologici. Chiamato a al posto di lettore d’italiano all’università di Vienna, l’anno seguente maturò la conversione al cattolicesimo e mutò il nome da Abraham in Arturo Adolfo. Professore straordinario di Filologia romanza, il primo, presso l’università di Vienna dal 1860 e bibliotecario presso la Biblioteca di corte, vinse il concorso per l’ordinariato nel 1867, svolgendo la sua attività nell’ateneo viennese per un cinquantennio. Fu definito «il primo filologo italiano nel senso moderno del termine » e nel 1900, per il suo ruolo di spicco nella vita culturale dell’Impero austro-ungarico, fu chiamato a far parte della Camera Alta.