Storico e scrittore, a causa di una reprimenda subita nel collegio di S. Alessandro non poté più continuare gli studi universitari, così nel 1821 a diciassette anni ottenne un posto da supplente di Grammatica al ginnasio di Sondrio e nel 1824 ottenne l’assegnazione di quella cattedra. I suoi interessi furono legati principalmente alla storiografia, ma anche ai drammi e poemetti epici. Essendo un pubblico funzionario si schierò tra i letterati d’opposizione, così il suo nome fu tra gli indiziati nel processo milanese contro gli adepti della Giovane Italia tra il 1833 e 1834. Scarcerato, non gli fu permesso di insegnare e, trentenne, fu costretto da necessità economiche a dedicarsi alla sua vocazione di letterato d’opposizione e consigliere dei librai. Nel 1836 scrisse il suo primo romanzo storico Margherita Pusterela. Tra il 1838 e il 1846 fu pubblicata a Torino la sua opera più famosa, la Storia universale. Nel 1860 fu eletto deputato per la VII legislatura, ma la sua esperienza in politica finì nel 1867. Nel 1873 divenne direttore dell’Archivio di Stato di Milano.