Figlio di un bottegaio, entrò giovanissimo al servizio dello stampatore Remondini, che lo inviò a Venezia come direttore del suo emporio librario, donde lo richiamò a Bassano, affidandogli l’azienda. Subentrati però i figli nella proprietà della ditta, il G. fu costretto a lasciare il posto; povero e aggravato da una numerosa famiglia, si trasferì a Milano, dove venne eletto ispettore generale delle stampe del Dipartimento dell’Adriatico. Lasciata però dopo qualche mese la città (1811), ottenne a Venezia il posto di censore capo, che avrebbe conservato per un decennio. Riuscì inoltre a far risorgere la decaduta tipografia di Alvisopoli, di cui divenne proprietario; da ultimo ottenne l’amministrazione della biblioteca Marciana, che esercitò sino alla morte, sopravvenuta per improvviso colpo apoplettico, mentre stava parlando all’Ateneo Veneto. Fu autore di diverse opere storiche e filologiche.