Figlio del principe di Piombino, giovanissimo pubblicò le sue prime biografie del professore di ottica e di astronomia I. Calandrelli e dell’astronomo A. Conti sul Giornale arcadico e su altre riviste pubblicò delle memorie sugli integrali definiti, ma il suo lavoro filologico e biografico più importante fu sul matematico Fibonacci. Diede un grande contributo alla storiografia scientifica attraverso la pubblicazione di due trattati di aritmetica, con le quali dimostrò il contributo che i testi arabi avevano dato alla matematica occidentale. Dal 1868 al 1887 pubblicò la rivista Bullettino di bibliografia e di storia delle scienze matematiche e fisiche, riportando grande successo e ottenendo delle autorevoli collaborazioni italiane e internazionali. Possedeva una imponente biblioteca, con seicentocinquanta manoscritti e ventimila opere a stampa. Socio di importanti Istituzioni e Accademie, nel 1847 fu tra i trenta che furono chiamati da Pio IX a dare vita all’Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei.