Laureatosi in giurisprudenza presso l’Università di Padova praticò la professione dell’avvocatura senza tralasciare i suoi studi di poesia e filosofia politica e giuridica. Nel 1848 scoppiata la rivoluzione, il governo provvisorio gli affidò l’incarico d’inviato straordinario presso il governo lombardo trasferendosi a Milano. Ritornato a Venezia fu tra gli eletti della seconda Assemblea, diventando il presidente. Lasciata la carica divenne Ministro dell’Interno e Giustizia del gabinetto Manin, mantenendo questa carica fino alla caduta della Repubblica. Con G. Foscolo e L. Pasini fu tra i negoziatori con il governo austriaco. Tornata l’Austria a Venezia, non fu esiliato e si dedicò alla sua professione legale. Nel 1853 divenne vicepresidente dell’Ateneo veneto e presidente dell’ordine degli avvocati, in questi anni si dedicò anche ai suoi studi, scrivendo e pubblicando diverse memorie e recensioni.