Di ricca e nobile famiglia, negli anni della Restaurazione seppe coniugare l’innata fede cattolica con un moderato liberalismo ed una convinta adesione agli ideali del progresso. Nel ’48 collaborò col Manin, per il cui governo svolse taluni incarichi di natura diplomatica, ed al ritorno degli austriaci si chiuse nelle sue campagne, dedicandosi agli studi di storia; la qual cosa, tuttavia, non gli risparmiò l’espulsione dall’Istituto per gli anni 1854-57. Nel corso della III guerra d’indipendenza fece parte della Giunta municipale padovana, e nel dicembre ’66 venne nominato senatore, ma la sua attività politica fu pressoché nulla; preferì infatti dedicarsi con sempre maggior convinzione a ricerche storiche ispirate agli ideali del nazionalismo monarchico e – ma soprattutto – all’età carrarese, in sintonia con l’erudizione municipalistica che fu tipica della storiografia positivista.
Vicepresidente dal 9 ottobre 1870-1871; presidente dal 4 agosto 1871-1874.