Di nobile e ricca famiglia, dimostrò per tempo notevole inclinazione per le scienze naturali, ma la conoscenza di Lodovico Pasini, nel ’36, lo indirizzò decisamente alla geologia, ove riuscì a costituire una ricca collezione di minerali e di fossili. Segretario della sezione geologica nell’ottavo Congresso degli scienziati italiani, tenutosi a Genova nel ’46, entrò in polemica con il Catullo circa la datazione delle ammoniti nelle alpi venete; dopo la metà del secolo pubblicò le sue opere più importanti di paleontologia, in particolare sui fossili del Vicentino. Accanto agli studi, ricoprì non pochi incarichi politici: a partire dal 1838 fu più volte assessore e nel ’48 podestà di Padova; in quella difficile situazione, la sua indole moderata e le buone relazioni con gli austriaci gli consentirono di rendere meno dura la sorte della città; fu confermato nell’incarico sino al ’56, quindi (1857-66) venne nominato deputato alla Congregazione centrale veneta. Entrata la regione a far parte del Regno d’Italia, si ritirò a vita privata, accettando solo di ricoprire la carica di sindaco di Vigodarzerre, tra il 1872 e l’85, dove possedeva una villa con il nucleo eminente delle sue terre, e dove è sepolto.
Vicepresidente dal primo febbraio 1874-1876; presidente dal 22 febbraio 1876-1878.