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Adunanza solenne – 28 maggio 2023, ore 10:30

Il Presidente ha proclamato i nuovi soci e relazionato sull'attività 2023-2024. Sono stati conferiti sei premi scientifici per tesi su
Adunanze dei soci

28 Maggio 2023 | 10:30 - 13:00

Ordine del giorno

28 Maggio 2023 @ 10:30 13:00

Palazzo Ducale, Sala dello Scrutinio

Nel corso dell’adunanza il Presidente ha proclamato i nomi dei nuovi soci effettivi, corrispondenti, stranieri e onorari;

Ha tenuto la relazione sull’attività svolta dall’Istituto nell’a.a. 2023-2024;

Ha comunicato i risultati dei concorsi scientifici conferendo il premio ai vincitori:
Concorso al Premio Ines Biasoni, di euro 4.000, per una tesi di dottorato nel campo delle Scienze e delle Scienze umane e sociali sui temi del Clima;
Concorso al Premio Mario Bonsembiante, di euro 5.000, per tesi di dottorato su argomenti nel campo alimentare e/o nutrizionale;
Concorso al Premio Guerrino Lenarduzzi, di euro 4.000, destinato a laureati in Medicina e Chirurgia con una tesi di specializzazione o di dottorato nel campo della diagnostica per immagini o quello della radiologia interventistica;
Concorso al Premio Andrea Marconato, di euro 2.000, riservato a giovani che abbiano ottenuto la laurea magistrale nella Classe di Scienze biologiche o delle Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura;
Concorso al Premio Angelo Minich, di euro 10.000, riservato a contributi nel campo della Medicina clinica;
Concorso al Premio Ugo Tucci, di euro 5.000, per un lavoro originale ed inedito riguardante “Mediterraneo tra Medioevo ed età moderna”.

Il socio effettivo Telmo Pievani, Professore ordinario di Filosofia delle Scienze biologiche nell’Università degli studi di Padova, ha tenuto quindi il discorso ufficiale sul tema:
Tutti gli animali del mondo: il possibile e il reale nella grande biblioteca dell’evoluzione

Sinossi
Nel 1976 una giovane studentessa di ingegneria meccanica e aerospaziale di Princeton è a Madrid per un soggiorno di ricerca. Legge “La biblioteca di Babele” di Jorge Luis Borges e ha un’illuminazione. Immagina quegli scaffali sterminati, pieni di libri senza senso, un’immensa cacofonia inframmezzata qua e là da qualche frase dotata di significato. Si immedesima nel destino del bibliotecario che si aggira lì dentro cercando il libro che contiene le risposte a tutti i misteri fondamentali dell’umanità, anche se in cuor suo sa bene che non gli basterà
una vita intera per trovarlo. Prima di lei, un famoso evoluzionista, John Maynard Smith, aveva fantasticato sull’esistenza di un’analoga enorme libreria: piena non di libri, ma di proteine. Nel 1994, un filosofo della mente, Daniel Dennett, aveva escogitato una biblioteca non meno disorientante: quella che raccoglie tutti i possibili genomi, cioè tutte le possibili combinazioni delle basi nucleotidiche del DNA. La chiamò la biblioteca di Mendel.
Più di recente, alcuni biologi hanno ricostruito lo spazio ideale, il “morfospazio”, di tutti gli animali e di tutte le piante possibili. Perché costruire questi giganteschi meta-versi apparentemente inutili? Perché possiamo confrontarli con le proteine, con i genomi e con le piante e gli animali che davvero esistono e sono esistiti nel corso dell’evoluzione, cioè con la realtà. Scopriamo così che ampie regioni del morfospazio restano vuote. Il reale
è un piccolo sottoinsieme del possibile e si addensa sempre in certe zone anziché in altre. Perché? Sarà opera del caso, o della potatura di passate estinzioni, o della selezione naturale? Quella giovane studentessa, nel frattempo, ha trovato un modo per esplorare i mondi possibili delle proteine e ha scoperto le forme, le combinazioni che l’evoluzione non aveva ancora esplorato, vincendo casomai un Nobel per la Chimica. Con echi letterari che spaziano da Borges a Italo Calvino, un esercizio di biologia teorica che ci permette di comprendere, assai concretamente, quanto è vasto il mondo del possibile non ancora realizzato e di ciò che non sappiamo.

L’Istituto è un’Accademia

che ha per fine l’incremento, la diffusione e la tutela delle scienze, delle lettere e delle arti.

L’Istituto promuove e realizza progetti di studio e ricerca, anche in collaborazione con altri enti, istituzioni, fondazioni. 

L’Istituto Veneto deriva dal Reale Istituto Nazionale voluto da Napoleone all’inizio del XIX secolo.

L’Istituto ha due sedi, palazzo Loredan, assegnatogli dallo Stato nel 1891, e palazzo Franchetti, acquisito nel 1999 tramite Venezia Iniziative Culturali srl. 

Appelli e posizioni ufficiali pronunciati dall’Istituto 

Eletti dall’assemblea dei soci effettivi, acquisiscono formalmente la nomina con decreto del Ministero della Cultura.

L’Istituto è composto di due classi, è retto dal Consiglio di Presidenza e regolato dal Collegio dei Revisori. 

L’Istituto propone

oltre alle assemblee periodiche dei soci, numerosi tipi di iniziative rivolte al largo pubblico. A queste si aggiungono iniziative di approfondimento, di interesse più specialistico.
Bandisce inoltre premi a concorso. 

L’attività ordinaria dell’Istituto è scandita mensilmente dalle riunioni accademiche.

Tra le attività regolarmente promosse dall’Istituto è l’organizzazione di conferenze, convegni di studio, cicli di incontri divulgativi e altro ancora.

L’Istituto Veneto organizza, promuove e ospita esposizioni documentarie e mostre d’arte collettive e personali. 

L’Istituto bandisce annualmente premi destinati per lo più a giovani ricercatori. 

L’Istituto promuove seminari e scuole internazionali di approfondimento, ma anche corsi di formazione per docenti. 

Le visite, gratuite e prenotabili telefonicamente, permettono di scoprire i tesori nascosti di palazzo Loredan. 

L’Istituto è casa editrice

fin dal 1840 pubblica la rivista «Atti» e una serie di volumi, denominati «Memorie», che raccolgono contributi in forma monografica. Da diversi anni pubblica inoltre una serie di Collane, che riflettono interessi specifici. 

Oltre 300 i volumi pubblicati su temi di storia, letteratura, critica d’arte, filologia, diritto, filosofia, ma anche nelle scienze naturali e matematiche.

L’intero patrimonio delle pubblicazioni edite dal 1840 è stato di recente digitalizzato.

È possibile acquistare online le più recenti pubblicazioni dell’Istituto.

È il periodico digitale, diffuso via newsletter, pensato per far conoscere i nostri soci e offrire loro opportunità di divulgazione.

Ha lo scopo di raccogliere in edizione critica i documenti archivistici relativi a Marco Polo e ai suoi diretti discendenti. 

Selezione di pubblicazioni dell’Istituto disponibili gratuitamente in formato digitale.

L’Istituto conserva

donazioni e lasciti, fondi archivistici, opere d’arte, collezioni scientifiche, biblioteche che ne esprimono la complessa articolazione degli interessi e il prestigio riconosciuto dal mondo accademico. 

L’Istituto conserva i documenti relativi alla propria storia e fondi di personalità importanti per la storia d’Italia. 

Il patrimonio librario è costituito da oltre 100.000 volumi, pervenuti, per la maggior parte, in scambio con le principali istituzioni accademiche mondiali.

Nel corso della sua storia bicentenaria l’Istituto ha raccolto numerose opere d’arte, rappresentative dell’ampiezza dei campi d’interesse.