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I Principati Romeni e l'Europa Orientale nella cartografia occidentale dal Rinascimento all'Età dei Lumi

 
I Principati Romeni e l'Europa Orientale nella cartografia occidentale dal Rinascimento all'Età dei Lumi

1  - 18 dicembre, Palazzo Loredan

Mostra cartografica organizzata in occasione della Festa Nazionale della Romania

Organizzatori
Romanian Cultural Institute
Istituto Romeno di Cultura e ricerca umanistica di Venezia
Museo Regionale Argeş di Piteşti

Con il patrocinio
Ambasciata di Romania in Italia

Con la collaborazione
Istituto di Veneto di Scienze, Lettere ed Arti

Aperto dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 17.00
Chiuso l'8 dicembre
Ingresso libero

Martedì, il 1° dicembre 2015, ore 18:00, presso il Palazzo Loredan dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti (Campo S. Stefano 2945, 30124 Venezia), l'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e il Museo Regionale Argeş di Piteşti, con la collaborazione dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia, e con il patrocinio dell'Ambasciata di Romania in Italia, organizzeranno, in occasione della Festa Nazionale della Romania, l'inaugurazione della mostra cartografica I Principati Romeni e l'Europa Orientale nella cartografia occidentale dal Rinascimento all'Età dei Lumi.

L'evento si avvallerà del supporto dell'Istituto Culturale Romeno di Bucarest e del sostegno logistico del Consiglio Regionale Argeş, tramite il Museo Regionale Argeş di Piteşti.
Interverranno Prof. Rudolf Dinu (Direttore dell'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia), Dr. Dragoş Măndescu (Vicedirettore del Museo Regionale Argeş di Piteşti) e Prof. Grigore Arbore Popescu (Senior Researcher presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche/ISMAR - Istituto di Scienze Marine di Venezia).
Per ulteriori informazioni: 041 52 42 309; e-mail: istiorga@tin.it

La mostra valorizza la preziosa e spettacolare collezione cartografica confluita nel patrimonio del Museo Regionale Argeş di Piteşti in seguito all'acquisto diretto, avvenuto nel 1964, dai collezionisti Aureliu Popescu e Lelia Urdăreanu in Popescu. Le 41 mappe, risalenti ad un arco di tempo che va dal Cinquecento ai primi dell'Ottocento, sono la viva testimonianza della passione dei coniugi Popescu, raffinati collezionisti e amanti dell'arte, per la storia delle loro terre d'origine, per il passato del Sud-Est europeo raffigurato nella cartografia occidentale. Questa collezione cartografica ha una notevole rilevanza storico-culturale. Le mappe sono incisioni originali, eseguite con la tecnica di stampa su lastra in rame inchiostrata passata lentamente al rullo del torchio calcografico, dopodiché la carta stampata veniva colorita a mano ad acquerello. La collezione fu costituita secondo un criterio tematico, vale a dire le raffigurazioni cartografiche dell'antica Dacia e degli Stati situati al Nord del Danubio e lungo il tratto inferiore di esso (Transilvania, Valacchia, Moldavia, Ungheria, le terre ubicate lungo il fiume). Le più antiche mappe della collezione risalgono al XVI secolo, mentre le più recenti ai primi dell'Ottocento. Nella raccolta si trovano i lavori di tutte le grandi scuole di cartografia: dalle mappe dei famosi maestri cartografi dei Paesi Bassi (Ortelius, Mercator, Hondius, Blaeu, Janssonius, Elwe, Covens e Mortier, i fratelli Ottens, Allard, Visscher, Chatelain, Valck, Schenk, Danckerts), a quelle dei cartografi francesi (Sanson, Delisle, de Fer, Duval, Janvier, Jaillot), dell'inglese Overton, quindi le opere dei tedeschi e degli austriaci (Homann, Schraembl, Gussefeld, Haupt). Le scuole cartografiche occidentali contemplavano le terre romene dalla prospettiva delle relative realtà geopolitiche dell'epoca, e spesso i maestri cartografi si tramandavano l'uno l'altro i dati peculiari riguardanti queste aree, oppure attingevano a fonti primarie ancora oggi poco note. Queste fonti cartografiche rivelano il livello di conoscenza che, dal Rinascimento all'Età moderna, l'Europa Occidentale aveva di realtà e aree del Vecchio Continente allora ancora poco note, e che tali rimasero all'opinione pubblica almeno fino agli albori della rivoluzione industriale.

 
 
 
 
 
 
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