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Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - Testata per la stampa

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Seduzione all'opera. Il duetto "Là ci darem la mano" dal Don Giovanni di Mozart

Mercoledì 11 aprile 2018, ore 16:00

Interviene Anna Laura Bellina

 
Manifesto originale dell'opera "Il Don Giovanni" da https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Don_Giovanni-german_advert.jpg
Manifesto originale dell'opera "Il Don Giovanni"

Sul mito del cavaliere donnaiolo, blasfemo e degno di un'eterna condanna, sono state scritte numerose pièce con o senza musica nei secoli XVII e XVIII. Fra queste, il capolavoro di Mozart segna il punto d'arrivo della tradizione settecentesca, non solo per la famosa vicenda ma anche per la questione dei generi. Infatti, come si legge nel testo stampato a Praga nel 1787 in occasione della prima esecuzione, malgrado l'epilogo si tratta di un "dramma giocoso" dal titolo Il dissoluto punito che mette in primo piano la morale della favola piuttosto che il nome del libertino. La struttura del cast risponde allo standard fissato negli anni '50 da Goldoni e dalle compagnie di canto, formate da sette elementi: la coppia seria isolata dagli altri (Donn'Anna e Don Ottavio), i mezzi caratteri compromessi dalle avventure coi domestici (Don Giovanni e Donna Elvira), i contadini buffi (Zerlina e Masetto) e il servitore Leporello, ridicolo e pauroso come l'animale di cui porta il nome. Però ci sarebbe l'omicidio del commendatore che ritorna come statua funeraria, molto ingombrante anche se il ruolo terribile, ma vocalmente semplice e breve, in origine era affidato al comico Masetto. Alla fine donna Elvira, che va in convento, e don Giovanni, che va all'inferno, subiscono un destino simmetrico senza sposarsi. Donn'Anna e Don Ottavio rispettano un periodo di lutto prima del matrimonio, mentre il single Leporello si reca all'osteria in cerca di un padrone migliore. In particolare il duettino Là ci darem la mano (I, 9) esemplifica la scena in cui Don Giovanni, nobile senza onore, s'impegna a sedurre l'umile Zerlina che ha una gran voglia di cedere alle lusinghe dell'aristocrazia. Immagine tratta da: commons.wikimedia.org/wiki/File:Don_Giovanni-german_advert.jpg

 
 
Immagine di Anna Laura Bellina
Anna Laura Bellina

Nata a Venezia il 5 ottobre del 1950, ha conseguito il diploma di pianoforte principale (1971), il compimento inferiore di organo e composizione organistica (1973) e il diploma di clavicembalo (1977) presso il conservatorio Benedetto Marcello. Nel frattempo si è laureata in lettere all'Università di Padova (1972), discutendo con Vittore Branca una tesi dal titolo Strutture del libretto d'opera comica nella seconda metà del Settecento. Dal 1972 è stata assistente incaricata a Ca' Foscari per un breve periodo ma dal 1974 è sempre rimasta nell'ateneo patavino come borsista, contrattista, ricercatore, professore associato e infine ordinario. Si è occupata e si occupa di drammaturgia e di filologia musicale, applicate all'opera italiana in generale e veneziana in particolare: esame dei testimoni manoscritti o stampati, rapporti con le fonti e con altri generi di spettacolo, produzione e repertorio nei territori della Serenissima. 
Ha pubblicato una storia del dramma veneziano per musica dalle origini all'Ottocento (con Bruno Brizi e Thomas Walker, 1983-1986) e quella del teatro La Fenice (con Maria Ida Biggi e Michele Girardi, 2003). Ha curato l'edizione critica e commentata delle prose teatrali di Ranieri Calzabigi (1994) e dei testi di Metastasio (2002-2004). Ha scritto fra l'altro saggi sullo spettacolo cinquecentesco e secentesco, su Vivaldi compositore e impresario, sulle cantate di Pergolesi, sulla struttura e sulla diffusione del genere comico, sulla Maestra e sul Bertoldo (erroneamente attribuiti in toto a Goldoni), sulla querelle des bouffons e su Tartini. Si è occupata inoltre dell'opera ottocentesca e dei rapporti che il melodramma romantico (italiano o francese) intrattiene con Petrarca, Boccaccio, Ludovico di Breme, Saavedra de Rivas e Manzoni. In memoria di Gino Gorini, del quale ha avuto la fortuna di essere allieva al conservatorio di Venezia, ha compilato il catalogo delle composizioni e ha pubblicato un pezzo sulla carriera dell'interprete, attraversando i materiali documentari e le partiture di studio (1991).
Ha scritto o scrive per editori fra cui Baerenreiter, Bollati Boringhieri, EdT, Electa, Istituto della Enciclopedia Italiana, Marsilio, Il Mulino, Neri Pozza, Olschki, Oxford University Press, Ricordi, Salerno, UTET. Ha collaborato o collabora a vario titolo con la Storia della cultura veneta, col Dizionario critico della letteratura italiana, con la «Drammaturgia musicale veneta», col Centro di Sonologia Computazionale di Padova, con la Casa di Goldoni, con La Fenice e con La Scala, con le fondazioni Cini, Levi e Pergolesi-Spontini, col CNRS di Parigi, con l'Accademia delle Scienze di Mosca e con quella dei Lincei, con la Sorbona e con le università di Barcellona, Clermont Ferrand, Friburgo in Brisgovia, Odense, Toronto.
Dal 1998 coordina un team che applica la tecnologia informatica allo studio e all'edizione critica dell'opera italiana. I risultati, pubblicati online, sono corredati dal motore di ricerca, dal lessico, dall'indice dei nomi, dal database dei manoscritti musicali superstiti e da sofisticati supporti informatici, sviluppati in collaborazione con Luigi Tessarolo, fra cui il programma Synopsis che fornisce la collazione automatica dei testimoni.

 
 
Approfondimenti

da Treccani: Don Giovanni
da Wikipedia: Don Giovanni

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