Sei in: Home > Attività > Divulgazione > Le Pagine Cordiali > Tutti gli Eventi > 2018 > Navigando tra i flutti...La sestina LXXX dei Rerum Vulgarium Fragmenta di Petrarca
Interviene Andrea Mazzucchi
Con il componimento 80 dei Rerum Vulgarium Fragmenta, Chi è fermato di menar sua vita, Francesco Petrarca (1304-1374) inaugura nella tradizione letteraria italiana il sottogenere della sestina morale. Il metro tradizionalmente più complesso della lirica occidentale, autentico tour de force stilistico, destinato dal trovatore provenzale Arnaut Daniel e da Dante Alighieri alla rappresentazione della più esasperata sensualità e alla esibizione dell'irrefrenabile potenza del desiderio, viene sottoposto da Petrarca a una radicale trasformazione sia sul piano delle strategie retorico-discorsive che su quello delle opzioni tematico-ideologiche. L'autore del Canzoniere propone infatti una suggestiva palinodia che suggerisce una sorta di "sacralizzazione" del metro. Attraverso la canonica metafora della vita umana come navigatio, costantemente minacciata dalle insidie di una volontà irresoluta e perplessa, Petrarca mette in scena la fluttuazione, il movimento pendolare tra esaltazione dell'amore e pentimento, esibendo come protagonista un soggetto i cui propositi non saranno mai completamente assunti, ma sempre contornati da distinguo, da puntualizzazioni, da molti se, da proposizioni cautelative. Chi è fermato di menar sua vita diviene così una riflessione sulle tensioni dell'io verso il porto della salvezza, ma anche un commento disforico e scettico sulla possibilità di approdarvi stabilmente. Il rincorrersi delle parole rima della sestina riproduce così sul piano della forma quel movimento ondulante che imprigiona l'animo del soggetto dentro una circolarità ossessiva chiusa tra speranza di salvezza e naufragio della volontà. In questa prospettiva la storia della sestina 80 può davvero essere letta come una rappresentazione in scala ridotta della storia dell'intero Canzoniere, così come ci impone di leggerla il capitale sonetto proemiale Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono. Ed è proprio nell'incerta navigazione tra i flutti del mare che l'io dei Rerum vulgarium fragmenta si differenzia radicalmente non solo rispetto al protagonista delle Confessiones (la storia di Agostino può essere meditata, ma non riscritta), ma anche rispetto al pellegrino smarrito, ma non perduto, del primo canto della Commedia.
Nato a Bari l'8 ottobre 1966, Andrea Mazzucchi è ordinario
di Filologia italiana nell'Università di Napoli Federico II. Socio
corrispondente dell'Accademia Pontaniana, vicepresidente del Centro Pio Rajna,
membro del Consiglio direttivo della Casa di Dante in Roma, componente delle
Commissioni preposte all'Edizione Nazionale dei Commenti danteschi e alla Nuova
Edizione Commentata delle Opere di Dante, dirige la Scuola di Alta Formazione
in Storia e Filologia del Manoscritto e del Libro Antico presso la Biblioteca
Oratoriana dei Girolamini di Napoli. È direttore
editoriale della Salerno Editrice di Roma, condirettore della Rivista di Studi Danteschi e di Filologia e Critica e fa parte del comitato direttivo di Dante e l'arte.
I suoi interessi di ricerca sono rivolti prevalentemente
allo studio della letteratura italiana medievale e di Dante e della sua
ricezione, in particolare. Ha pubblicato, tra l'altro,
edizioni critiche di antichi inediti commentatori della Commedia, un monumentale censimento dei manoscritti contenenti
commenti e chiose al poema dantesco, monografie e saggi sul rapporto tra testo
e immagine nella tradizione manoscritta della Commedia e dell'Eneide,
nonché sulle strutture prosastiche del Convivio
e sugli statuti della satira nel Medioevo.
Ha tenuto seminari di studio e di ricerca presso numerose università
italiane e straniere.
da Treccani: Petrarca, Francesco (enciclopedia online); Petrarca, Francesco (dizionario biografico)
da Wikipedia: Canzoniere
da Biblioteca Apostolica Vaticana: Rerum vulgarium fragmenta
da Wikisource: Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta)