Irene Carnio commenta il processo all'etera nell'Atene del IV secolo a.C.
Nel romanzo di Anatole France Taide, il filosofo cinico Nicia si
rivolge a Panuzio, monaco del deserto
della Tebaide, e definisce così la bellezza: «La bellezza è la cosa più potente che vi sia al
mondo». Le sue parole
esprimono assai bene cosa fosse la bellezza per i greci. Quindi non ci dovremmo
sbigottire se nell'Atene del IV secolo a.C. Frine, un'etera di straordinaria
bellezza, accusata di empietà, fu
spogliata in tribunale dal suo avvocato, Iperide, e per la sua bellezza fu
assolta. Quasi certamente si tratta di un aneddoto, ma ciò non ne diminuisce il
suo interesse storico. Anzi il fatto che sia stato inventato e tramandato sta a significare che esso fosse verosimile e
pertanto coerente con i valori della società e del tempo. È nostro divisamento
dimostrare che le condizioni che ne hanno permesso la nascita
sono giuridiche e culturali. Solo indagando il processo attico e la concezione
greca della bellezza, in un fecondo dialogo tra i saperi, potremmo capire la vera
ragione del perché ad Atene «se sei bella, ti assolvono». Forse aveva ragione il
filosofo Nicia: niente è più potente della bellezza.
Irene Carnio è docente di ruolo presso l'istituto Fermi di Treviso, al triennio dell'indirizzo di chimica e biotecnologia, dove insegna italiano e storia. Nata a Montebelluna l'1 febbraio 1977, dopo la maturità scientifica, nel 2000 si laurea in conservazione dei beni culturali (vecchio ordinamento) a Venezia, relatore Mario Geymonat, con una tesi sui Medicamina di Ovidio e la cosmesi in età romana. Sempre a Venezia due anni più tardi consegue la laurea quadriennale in lettere antiche, relatore Gino Belloni, con una tesi sulla polemica letteraria nel Cinquecento. Successivamente si laurea a Padova in giurisprudenza con il professor Luigi Garofalo, sia nella triennale con una tesi sul processo ad Apuleio sia nella specialistica con una tesi sul normativismo applicato al diritto romano. Il carattere multidisciplinare dei suoi interessi l'ha portata a dedicarsi alla critica d'arte anche a livello internazionale. L'amore per il mondo classico le ha permesso nel 2003 di pubblicare un articolo sull'infanzia a Roma nella nota rivista di pediatria italiana Medico e Bambino, diretta da Franco Panizon. Attualmente le sue indagini si concentrano su quelle aree dell'umanesimo dove si intersecano e si fecondano a vicenda il diritto e la letteratura, come nell'articolo Traiano e la vedova: una leggenda medioevale tra diritto e letteratura, pubblicato nel 2018 sulla rivista Lexis.