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Mercoledì 27 marzo, ore 16,00 - Palazzo Loredan
Incontro nell'ambito del ciclo
Mercoledì dell'Istituto Veneto
Introduce
Francesco Bruni
Interviene
Sergio Perosa
Nulla permette di pensare che Shakespeare abbia visitato l'Italia, ma cinque dei suoi drammi li ambienta in tre città del Veneto con tale dovizia di particolari occasionali e di colore locale, che non si sa se ammirare di più la precisione di certi riferimenti o il fascino delle atmosfere evocate, il senso del luogo o la funzionalità drammatica degli sfondi che vengono suggeriti. Le ambientazioni venete non sono ricreate con riferimenti o descrizioni topografiche ma evocate e suggerite sulla scena e nella mente di lettori e spettatori con la semplice forza della parola e dei dialoghi, con pochi, vaghi ma risoluti richiami. Si cercherà di delineare il confronto di Shakespeare con Verona, sede della commedia romantica (I due gentiluomini di Verona) e della straziante tragedia d'amore (Romeo e Giulietta); poi con Padova, vibrante città universitaria e il suo contado, dove si compie il triste destino de La bisbetica domata - quasi un'ilare farsa per il suo tempo, per noi oggi venata di connotazioni dolorose; da ultimo con la splendida Venezia rinascimentale, sede fastosa di commerci e spedizioni marinaresche, ma anche con le sue ville di terraferma, nella quale si compie l'umiliazione e la spoliazione altrettanto dolorosa dell'ebreo Shylock (Il mercante di Venezia); e infine brevemente con la Venezia militaresca e conquistatrice dei mari, e la sua colonia, Cipro, nell'Othello. Appaiono drammi su outsider, estranei, alieni, stranieri, particolarmente sensibili per noi, in cui il Veneto diventa il luogo 'altro' e insieme il crocicchio di culture estranee e complementari, il palcoscenico di amori, lacerazioni e problemi attuali: un mondo confusamente percepito e inventato, ma che permette alla fantasia di sbrigliarsi.