Sei in: Home > Attività > Divulgazione > Le Pagine Cordiali > Tutti gli Eventi > 2019 > Dalla "maniera italiana" al mito dell'Italia: la cultura italiana e il mondo tedesco tra Sette-Ottocento
Mario Allegri propone una riflessione sul tema
Nei
decenni a ridosso del XVII secolo, a dispetto di una ormai consolidata
inferiorità politica la cultura italiana manierista e barocca conosce una
straordinaria potenzialità di irradiamento in tutta Europa, ma soprattutto
nell'area austro-tedesca, con una forza affermativa sconosciuta persino a
quella umanistico-rinascimentale. Due le cause principali: 1) il vistoso
ritardo settentrionale nei confronti dell'elaborato gusto italiano, e 2)
l'ingresso di alcuni stati della penisola nell'orbita asburgica. A questa
fortuna contribuiscono letterati,
artisti e intellettuali di altissimo livello, e in misura non minore una vera e
propria legione di anonimi professionisti della cultura, di artisti e di
artigiani (decoratori, architetti di scena e maestranze teatrali) che, proprio
per la loro cifra non eccelsa tendono a riproporre, e dunque a consolidare, la "maniera italiana", la sua capacità di rielaborare artisticamente il quotidiano
(decorative Lebenskunst, la chiameranno i tedeschi). Il fenomeno si
protrarrà fin verso gli anni
Sessanta-Settanta del Settecento, quando la spinta propulsiva si arresterà, in
seguito alla crisi dell'Arcadia (il "marchio italiano" di maggior garanzia in
terra tedesca), al mutato contesto europeo di profonda ridiscussione ideologica
e politica, e alla rapida crescita della
cultura tedesca con l'affermazione sempre più consapevole della dignità della
propria lingua.
Nel
Grand Tour settecentesco europeo la direttrice inizia a rovesciarsi: l'Italia non
più come modello culturale da imitare, ma proiezione dei propri miti e fantasmi
(la Italienische
Reise,
1816-17, di Goethe, e non solo), anelito verso un sud idealizzato (Sehnsucht nach
dem Süden) e non reale. A partire dagli anni Sessanta dell'Ottocento,
il rovesciamento del flusso di scambio è definitivo, con l'importazione
massiccia dalla Germania di modelli di organizzazione culturale, scientifica e
statale da parte delle élites del nuovo potere in Italia.
Mario Allegri, veronese, è stato per quarant'anni professore di Letteratura italiana all'Università di Verona. Ha pubblicato saggi su Paolo Paruta, Nievo, Tommaseo e il giornalismo ottocentesco, Marinetti, Futurismo e avanguardie europee, Ungaretti, Fenoglio e Parise. Per la Letteratura italiana Einaudi, ha curato le sezioni Venezia e Il Veneto (dal Cinquecento ai giorni nostri) e Il Trentino. Ha collaborato per la parte letteraria alla Storia del Trentino pubblicata in più volumi presso la Fondazione Kessler di Trento.
da Treccani: Goethe, Johann Wolfgang von
da Wikipedia: Viaggio in Italia