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Mostra documentaria
Palazzo Loredan, Campo Santo Stefano 2945
5 - 23 ottobre 2020
Da lunedì a venerdì;
Dalle 9.00 alle 17.00.
A cura di Carlo Urbani
In occasione del convegno Dante poeta della patria. Temi e suggestioni intorno al centenario del 1865 tra Firenze, Ravenna e Venezia, promosso dalla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, la Fondazione Casa di Oriani-Biblioteca di Storia Contemporanea di Ravenna, in collaborazione con l'Accademia toscana di scienze e lettere "La Colombaria" di Firenze (Venezia, 6 ottobre 2020), l'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti espone una raccolta di opuscoli pubblicati in occasione del sesto centenario della nascita del Poeta e posseduti dal matematico e letterato Raffaele Serafino Minich, che dell'Istituto fu membro effettivo e presidente.
Ingresso libero
(accessi contingentati, con mascherina, nel rispetto delle misure di distanziamento vigenti).
Raffaele Serafino Minich
Breve nota biografica
Primogenito di Stanislao e Pisana Papacizza e fratello maggiore del medico Angelo, nasce a Venezia l'8 novembre 1808. Si laurea all'Università di Padova in matematica nel 1829 e in filosofia nel 1837. Rimane nell'ateneo patavino come assistente alle cattedre di agraria e di storia naturale e poi di calcolo sublime fino al 1836, anno in cui avrebbe dovuto trasferirsi a Bergamo avendo vinto il concorso alla cattedra di matematica presso il locale liceo, ma riesce a rimanere a Padova e qui, nel 1842, stabilizza il posto con la nomina a professore ordinario di matematica pura. Rimarrà all'università di Padova per tutta la vita, occupando anche la carica di rettore nel biennio 1861-62.
Nello stesso 1842 viene anche eletto socio corrispondente dell'Imperial Regio Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, del quale, una volta diventato membro effettivo nel 1844, ricoprirà anche il ruolo di presidente dal 1861 al 1863.
Nel 1874 entra alla Camera dei deputati, eletto in uno dei tre collegi di Venezia con il 98% dei voti validi. A Montecitorio si occupa soprattutto dei problemi lagunari, ma ricavandone soprattutto delusioni; negli anni '80 torna così ad occuparsi degli studi di matematica e di letteratura italiana trecentesca.
Scienziato con la passione per le lettere, nel 1855 sceglie come tema per la prolusione di apertura del nuovo anno accademico dell'università: L'associazione degli studi scientifici fra loro e coi letterarii. Al centro della riflessione dell'uomo di scienza c'è la volontà di combattere il pregiudizio comune in base al quale «letterati e scienziati a null'altro sieno idonei, che a trattare gli oggetti speciali di studio da loro coltivati». Al contrario, secondo Minich non vi è alcun mezzo più utile e conveniente alle facoltà mentali di un individuo dedito ad un'attività che distrarsi e riposarsi rivolgendo la propria attenzione ad altro ramo di studio.
Così, tra integrali algebrici, equazioni lineari e coefficienti costanti, coniche osculatrici delle curve piane ed equazioni di 5° grado, Serafino Raffaele Minich dedica il proprio tempo libero a studi danteschi, venendo apprezzato in ciò anche dai colleghi delle facoltà umanistiche: a lui, infatti, l'Istituto Veneto chiede la commemorazione ufficiale del 6° centenario della nascita di Dante, tenutasi a Palazzo Ducale il 21 maggio 1865.
Muore a Padova il 29 maggio 1883.