Incontri del ciclo
Parola e immagine: i due volti del mito
ORFEO. LA MAGIA DEL CANTO
Mercoledì 25 gennaio 2023, ore 17.00Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
Palazzo Loredan, Campo Santo Stefano, Venezia
Intervengono Monica Salvadori e Davide Susanetti
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Orfeo, figlio di Calliope la musa dell'epica, è la personificazione stessa della fascinazione magica del canto che assoggetta le forze della natura. Ma al suo nome si lega anche un tesoro di sapienza iniziatica capace di rigenerare l'anima e la vita, di riconfigurare il soggetto e la visione del mondo. Poeta e signore dei misteri, il figlio della Musa è, d'altro canto, figura di un folle amante che scende nell'Ade nel tentativo di riconquistare la sua perduta Euridice. Dalla letteratura alla filosofia, dalla suggestione dei vasi antichi alle complesse immagini dei mosaici, un viaggio affascinante ci attende nel tentativo di comprendere un archetipo che non ha mai cessato di abitare la nostra cultura e la nostra arte.
Riprende dunque con il mito di Orfeo il ciclo di iniziative che ha esordito con le narrazioni dei personaggi di Elena e Medea.
Linea narrativa degli incontri
Il mito era parte costitutiva della cultura e della società antica: i racconti delle imprese di dei e dee, di eroi ed eroine ci sono pervenuti grazie alle fonti letterarie e a quelle iconografiche, purtroppo spesso lacunose e difficili da interpretare, ma, coniugando questi due piani narrativi è possibile cogliere il significato che potevano avere per i contemporanei quei personaggi, che ancora oggi animano le nostre memorie scolastiche.
Parola e immagine sono mondi contigui che fanno riferimento a un sostrato culturale comune e condiviso. Le recitazioni degli aedi ai simposi, le favole narrate ai bimbi dalle madri e dalle balie, i racconti che si scambiavano nel gineceo le donne intente a filare e tessere, i canti dei soldati che andando alla guerra ripercorrevano le gesta degli eroi, contribuivano a fissare nella memoria collettiva i protagonisti dei grandi racconti epici e mitici. A partire dall'VIII-VII secolo a.C. questo patrimonio di narrazioni del più vario tenore inizia a prendere forma figurativa e ad essere rappresentato su oggetti sacri, profani e funerari. Nel corso del VI secolo a.C. con il passaggio dall'oralità alla scrittura i racconti acquisirono una veste più statica, ma le diverse versioni che si erano andate stratificando nei secoli precedenti riemersero con prepotenza nell'elaborazione di poeti e tragediografi dell'età classica, fornendo ai creatori di immagini nuova linfa vitale per le loro creazioni. In questo periodo le immagini si dispiegavano soprattutto sulla ceramica, parte essenziale della vita quotidiana e della morte, ma presto passarono sui templi, nelle piazze, nelle case, divenendone un imprescindibile completamento e acquisendo un ruolo comunicativo fondamentale, che nei secoli cambiò adattandosi alle necessità della società che ne fruiva e dell'ambiente a cui erano destinate. Ecco, dunque che per capire un mito è necessario da un lato percorrere i due sentieri paralleli della parola e dell'immagine per valutare come e perché si incontrano o si contrappongano, dall'altro ricostruire il contesto per cui testi e raffigurazioni erano stati creati.
Incontro di studi
UN MUSEO MARITTIMO ALL'ARSENALE DI VENEZIA
Venerdì 27 gennaio 2023, ore 10.00
Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti
Palazzo Franchetti, Campo Santo Stefano, Venezia
Intervengono: Donatella Calabi, Luca Zan, Paolo Pagnottella, Claudio Menichelli, Franco Mancuso, Saverio Pastor, Guido Zucconi, Valentina Gambelli.
Segue tavola rotonda con gli attori istituzionali, coordinato Donatella Calabi e Lorenzo Lazzarini.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Promossa da varie istituzioni e associazioni (l'Istituto Veneto che la ospita, l'Università di Bologna, AIPAI (1), l'AISU (2) International), l'iniziativa servirà a riconsiderare la possibilità di insediare, negli spazi dell'Arsenale di Venezia, una struttura complessa che possa riassumere (e fare conoscere anche ad un pubblico di non specialisti) una delle più prestigiose vicende della cantieristica mediterranea. Come tali, con la loro configurazione conservatasi nel tempo, spazi e architetture dell'Arsenale sarebbero di per sé i più adatti a rievocare la storia marittima di Venezia. La struttura ipotizzata è collocabile nella categoria del 'museo diffuso'. In altre parole, si tratterebbe di pensare ad un'entità non semplicemente confinata in alcune sale di un edificio, ma articolata in una serie di ambiti diversi. Se adeguatamente messo a norma e aggiornato, l'attuale inagibile Museo Storico Navale diverrebbe parte integrante del sistema.
Non si tratta di partire da zero, ma di riprendere, almeno in parte, alcune proposte già avanzate nel passato: in particolare il progetto museale, sviluppato tra il 2006 e il 2008, su impulso dell'Istituto di Studi Militari Marittimi e con la collaborazione di tutti i soggetti istituzionali. Se opportunamente aggiornato, quel piano può essere riproposto a quindici anni di distanza, almeno nelle sue linee generali?
La giornata di studi sarà conclusa da una tavola rotonda sia per confrontarsi su possibili ipotesi di museo, sia per individuare prospettive concrete per un possibile rilancio dell'iniziativa.
Sono stati invitati a parteciparvi quei soggetti istituzionali (Comune, Biennale, Marina militare) i quali oggi, a vario titolo, sono direttamente coinvolti nella gestione e nell'esistenza stessa dell'Arsenale. L'invito è stato esteso anche a quelle associazioni che oggi si battono perché una parte di questo grande complesso rappresenti il 'sacello' di una memoria storica legata a saperi e mestieri della tradizione lagunare. Riteniamo che questo incontro possa rappresentare un'occasione importante per riunire (ed interloquire con) i molti soggetti potenzialmente coinvolti in un'ipotesi di musealizzazione di larghe porzioni dell'Arsenale.
(1) Associazione Italiana per il Patrimonio Industriale
(2) Associazione Italiana per la Storia Urbana
Tg Regionale edizione 1 ottobre 2012, ore 14,00 al minuto 12:00
Guarda il servizio giornalistico
28 gennaio 2013
Una vita meravigliosa
Sapeva spiegare l'evoluzione come fosse una partita di baseball. Ma Stephen Jay Gould è stato anche uno dei più grandi biologi dell'ultimo secolo, col coraggio di ripensare Darwin e sfidare sia il riduzionismo biologico sia il creazionismo. Alessandro Ottaviani, storico delle idee all'università di Catania, lo racconta in Stephen Jay Gould (Ediesse, 2012). Con le interviste di Fabio Pagan a Elisabeth Lloyd, docente di biologia e di storia e filosofia della scienza all'Indiana university, e Gerd Müller, docente di zoologia all'università di Vienna, raccolte in occasione del convegno internazionale organizzato dall'Istituto Veneto di scienze lettere e arti di Venezia a dieci anni dalla scomparsa di Gould.