L'Istituto, perdendo dopo la guerra la qualifica di «Reale», del quale non poteva ovviamente più fregiarsi, si trovò a veder cancellata nella sua stessa denominazione l'indicazione della propria dimensione nazionale, rischiando così che la sua attività finisse confinata nel particolarismo degli studi locali. Tuttavia, la grande tradizione dell'Istituto, la lungimiranza dei Soci, circostanze favorevoli - come il restauro di Palazzo Loredan tra il 1979 e il 1985 - ed alcune specifiche iniziative che hanno orientato e specializzato le attività di ricerca in campi particolarmente innovativi hanno permesso all'Istituto di confermarsi come una Istituzione di alti studi, collegata attivamente con Accademie, Università e Istituti di ricerca italiani e di numerosi altri Paesi. Inoltre, nel 1999, l'Istituto Veneto ha acquisito Palazzo Franchetti, prestigioso palazzo sul Canal Grande ampiamente ristrutturato tra Otto e Novecento da Giovanni Battista Meduna e da Camillo Boito. In tale palazzo sono state allestite sale congressi dotate delle più aggiornate apparecchiature informatiche e audiovisive. In tal modo Palazzo Franchetti, che dista soltanto pochi metri da Palazzo Loredan, rappresenta oggi un notevolissimo ampliamento delle potenzialità della sede stessa dell'Istituto.