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Enzo Boschi

Nato ad Arezzo il 27 febbraio 1942
Laurea in Fisica conseguita presso l'Università di Bologna (1968)

Principali incarichi istituzionali
dal 1975 Cattedra di Sismologia, Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna
1983-2000 Presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica
1986-2002 Presidente della Sezione Rischio Sismico, Commissione Grandi Rischi
dal 1996 Vice Presidente del Consiglio d'Amministrazione del Centro di Cultura Scientifica "Ettore Majorana", Erice
dal 2000 Presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
dal 2002 Componente della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi, presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri
2002-2003 Componente del Comitato di Consulenza Scientifica dell'Agenzia Spaziale Italiana
dal 2003 Chairman dello International Committee on Land Subsidence istituito da ENI-AGIP
dal 2006 Membro del Collegio di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna
Principali riconoscimenti
1981 Riceve dalla Accademia Nazionale dei Lincei il Premio "A. Feltrinelli"
1982 Viene nominato Socio della Accademia Nazionale dei Lincei
1982 Viene nominato Membro dell' Accademia Petrarca
1989 Riceve il Premio Glaxo per la divulgazione scientifica
1991 Viene nominato Fellow della American Geophysical Union
1991 Viene insignito del titolo di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana
1992 Viene nominato Socio della Academia Europaea
1997 Riceve il Premio del Centenario della Società Italiana di Fisica
1998 Riceve la Medaglia d'oro del Presidente della Repubblica come Benemerito della Cultura
2001 Viene nominato Fellow della Royal Astronomical Society
2002 Viene nominato Fellow della American Association for the Advancement of Science (AAAS)
2005 Viene nominato socio della Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna
Principali contributi scientifici
· Ha sviluppato una nuova forma generale per l'equazione dello stato della materia e un nuovo modello per le transizioni di fase solido-liquido alle alte pressioni. Ha quindi calcolato la curva di fusione del ferro nelle condizioni del nucleo terrestre, consentendo di ottenere una migliore stima della curva di temperatura dell'interno della Terra.
· Ha studiato gli effetti di anisotropia indotti da campi di sforzo deviatorici sulla propagazione delle onde sismiche. Questi effetti danno preziose indicazioni sullo stato di sforzo della crosta in prossimità della sorgente sismica.
· Ha posto a confronto diversi modelli della Terra con le evidenze geofisiche della risposta del pianeta all'ultimo episodio di ritiro glaciale. Questo procedimento ha consentito di ottenere importanti risultati sulla reologia del mantello terrestre e sulle caratteristiche della rotazione terrestre.
· Utilizzando dati di gravità per il continente nordamericano ha per primo proposto che la "discontinuità dei 670 km" corrisponda in effetti con un confine di chimismo delle rocce. Questo perché solo una differenza di chimismo può spiegare il forte disequilibrio di gravità che si osserva al centro dello Scudo Canadese.
· Ha portato un contributo alla modellazione numerica dei processi tettonici. In particolare ha descritto la dinamica del processo di subduzione utilizzando un modello agli elementi finiti basato su una descrizione realistica della natura petrologica della placca subdotta.
· Come Presidente dell'ING ha costituito e progressivamente rafforzato la Rete Sismica Nazionale Centralizzata e diverse altre reti di monitoraggio di parametri geofisici. Ha inoltre promosso studi innovativi sui grandi terremoti della storia italiana, studi che hanno portato tra l'altro alla compilazione del Catalogo dei Forti Terremoti in Italia (461 a.C-1997).
· Come Presidente dell'INGV negli anni più recenti ha dato forte impulso alle ricerche sulla pericolosità sismica. Gli avanzamenti che ne sono conseguiti hanno portato nel 2002 alla elaborazione di un nuovo modello di rischio sismico del territorio nazionale, che è poi servito da base per l'intervento legislativo di riclassificazione sismica del maggio 2003.
· Sempre nella veste di Presidente dell'INGV ha dato notevole impulso al monitoraggio dei vulcani italiani più pericolosi, avviando anche, con il concorso di ricercatori di diversi ambiti disciplinari, uno studio sistematico sulla loro storia eruttiva, sul modello di quanto già fatto per i terremoti.

 
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