Stefano Carrai legge e commenta alcuni brani dalla "Vita Nuova" di Dante.
Dante Alighieri nasce a Firenze, tra il 21 maggio e il 21 giugno 1265, da famiglia altolocata, e muore a Ravenna la notte tra il 13 e il 14 settembre 1321.
Poeta, scrittore e politico toscano, è considerato il padre della lingua italiana: la sua più celebre opera, nota con il nome di "Divina Commedia" è un capolavoro della letteratura mondiale. A nove anni si innamora di Beatrice, amore che viene sublimato nelle opere poetiche e letterarie: da questo amore scaturisce la sua concezione dell'amor cortese, che trova espressione nel Dolce stil novo, movimento poetico di cui è caposcuola assieme a Lapo Gianni, Cino da Pistoia e Brunetto Latini. In seguito, la morte dell'amata segna il distacco dalla tematica amorosa e l'ascesa verso la Sapienza nel Paradiso della Divina Commedia.
Nel 1277, viene concordato il suo matrimonio con Gemma Donati, che sposa all'età di vent'anni. Dall'unione con Gemma nascono i tre figli Jacopo, Pietro e Antonia, e un forse un quarto, Giovanni.
Politicamente Dante appartiene alla fazione dei Guelfi Bianchi, che pur appoggiando il Papa nella lotta per le investiture sono contrari ad un eccessivo potere temporale del Pontefice. Con la mitigazione dei regolamenti di Giano della Bella (1295), che escludevano la vecchia nobiltà dall'esercizio delle cariche pubbliche, Dante si iscrive all'Arte dei Medici e Speziali per intraprendere la carriera politica. Fa parte del Consiglio del popolo e del gruppo dei "Savi", e ricopre occasionalmente il ruolo di ambasciatore. Nel 1301, con l'avvicinarsi a Firenze di Carlo di Valois, inviato dal Pontefice, Dante si reca a Roma con un'ambasceria. Qui viene trattenuto da Bonifacio VIII, mentre Carlo di Valois coglie a pretesto il disordine cittadino per appoggiare una rivolta dei Guelfi Neri, che prendono il controllo politico di Firenze e istaurano un regime di persecuzione nei confronti degli oppositori. Con due sentenze successive, il poeta viene prima condannato a una multa, al confino e all'esclusione dagli uffici, e successivamente all'esilio perpetuo, con minaccia di morte se non l'avesse rispettato. Durante l'esilio lotta inizialmente coi Bianchi sperando di rientrare, ma presto, deluso, si apparta e finisce per girovagare, ospite di diverse corti del Veneto e della Romagna. Termina le sue peregrinazioni a Ravenna, dove muore di ritorno da un'ambasceria a Venezia, a causa della malaria contratta durante il viaggio.
Le sue principali opere letterarie sono:la "Vita Nuova" (1292-93), memoriale in rime e prosa poetica dell'amore per Beatrice; la "Divina Commedia" - titolo originale "Comedìa" - iniziata intorno al 1300 (anno giubilare) e che continua nel resto della vita, pubblicando le cantiche man mano che le completa; il "De vulgari eloquentia", trattato in latino scritto tra il 1303 e il 1304; il "Convivio", scritto in volgare tra il 1304 e il 1307 per rendere accessibili anche al vasto pubblico temi scientifici e filosofici; il "De Monarchia", trattato politico in tre libri, composto in occasione della discesa di Arrigo VII tra il 1310 e il 1313; la "Quaestio de aqua et terra", tesi filosofica in latino letta a Verona nel 1320. A questi si aggiungono altri scritti tra cui le Rime, mai raccolte dall'autore in un corpus unitario, tredici Epistole in latino, scritte tra il 1304 e il 1319, e due Egloghe, sempre in latino, composte tra il 1319 e il 1320. (Immagine tratta da: http://www.dante.org.nz/chch/)
Stefano Carrai è nato a Firenze nel 1955. È professore ordinario di Letteratura Italiana presso l'Università degli Studi di Siena. Ha insegnato, a vario titolo, nelle Università di Trento, Leida, Ginevra e Nancy.
Si è occupato prevalentemente di studi medievali e rinascimentali, pubblicando vari contributi critici anche su poeti e scrittori moderni e contemporanei.
I suoi volumi saggistici sono:
- Le muse dei Pulci. Studi su Luca e Luigi Pulci, Napoli, Guida, 1985.
- Ad Somnum. L'invocazione al Sonno nella lirica italiana, Padova, Antenore, 1990.
- La lirica toscana del Duecento. Cortesi, guittoniani, stilnovisti, Roma-Bari, Laterza, 1997.
- I precetti di Parnaso. Metrica e generi poetici nell'Italia del Rinascimento, Roma, Bulzoni, 1999.
- L'usignolo di Bembo. Un'idea della lirica italiana del Rinascimento, Roma, Carocci, 2006.
- Dante elegiaco. Una chiave di lettura per la 'Vita nova', Firenze, Olschki, 2006.
- Il caso clinico di Zeno e altri studi di filologia e critica sveviana, Pisa, Pacini, 2010.
- Dante e l'antico. L'emulazione dei classici nella 'Commedia', Firenze, Edizioni del Galluzzo, 2012.
Ha curato l'edizione dei seguenti testi:
- Maestro Rinuccino da Firenze, Sonetti, Firenze, Accademia della Crusca, 1981.
- Angelo Poliziano, Stanze e Fabula di Orfeo, Milano, Mursia, 1988.
- Matteo Maria Boiardo, Pastoralia Padova, Antenore, 1996.
- Giovanni Della Casa, Rime, Torino, Einaudi, 2003.
- Giovanni Della Casa, Rime et prose - Latina monimenta, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2006.
- Dante Alighieri, Vita nova, Milano, Rizzoli, 2009.
- Matteo Maria Boiardo, Pastoralia - Carmina - Epigrammata, Novara, Interlinea, 2010 (con Francesco Tissoni).
È tra i direttori delle riviste "Giornale storico della letteratura italiana" e "Filologia Italiana", della collana "Biblioteca senese" dell'editore ETS di Pisa e della sezione "Classici italiani" della collana "Classici" dell'editore Carocci di Roma.
Oltre a essere socio corrispondente dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, è socio della Società Filologica Romana, del Centro Studi "Matteo Maria Boiardo" di Scandiano e del Centro Studi Franco Fortini di Siena.
da Treccani: Alighieri, Dante
da Wikipedia: Dante Alighieri
da Biblioteca della letteratura italiana: Vita Nova
da Rai Scuola: Speciale Dante: parlano Dorfles e Cardini (video)