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Intervengono Carlo Doglioni ed Emanuela Guidoboni; coordina Beatrice Mautino
I terremoti sono prodotti dalla liberazione di energia nel sottosuolo, conseguenza dei movimenti relativi tra le placche terrestri. Non è ancora possibile prevedere quando si verificheranno, ma è possibile individuare le zone a maggiore o minore sollecitazione. Non solo: recenti studi hanno riscontrato una correlazione tra il tipo di sollecitazione che determina la rottura delle rocce lungo le faglie e l'intensità dell'evento sismico che si produce. Inoltre, come per tutti i fenomeni naturali, un contributo fondamentale deriva dai dati storici, il cui recupero, scrupoloso e capillare, consente di elaborare modelli il più possibile verosimili per previsioni a medio e lungo termine, che possono facilitare interventi di prevenzione e di messa in sicurezza, valutando la vulnerabilità attuale e i livelli di rischio. Ma come si conducono questi tipi di indagine, e quale attendibilità hanno le proiezioni che se ne possono ricavare? Esistono indizi o precursori sismici e, in caso affermativo, è possibile monitorarli e interpretarli come tali prima di un evento distruttivo?
Emanuela Guidoboni: Presentazione
Carlo Doglioni: Presentazione
da Protezione Civile: Sismicità storica del Veneto; Classificazione sismica
da OGS: Sismicità dell'Italia nord-orientale
Video registrazione dell'incontro - risposta a una domanda
Le icone in questa pagina sono, da sinistra a destra, tratte da:
http://www.roma1.ingv.it/ricerca/tettonica-attiva/effetti-dei-granditerremoti/1fig1_deformazione.jpg
http://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_dell'Emilia_del_2012
http://zonesismiche.mi.ingv.it/mappa_ps_apr04/veneto.html