FORMENTIN VITTORIO

Classe di scienze morali, lettere ed arti
Area disciplinare: LETTERATURE ITALIANA E STRANIERA
Data elezione: s.c.r. eletto il 23 marzo 2019

Professore ordinario di Storia della Lingua italiana, Università degli studi di Udine

Vittorio Formentin è Professore ordinario di Storia della Lingua italiana all’Università degli studi di Udine. È stato eletto s.c.r. (socio corrispondente residente, non esplicitato ma dedotto dal contesto dell’Istituto) dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti il 23 marzo 2019. Si occupa prevalentemente dello studio di antichi testi e antichi volgari d’Italia, con particolare attenzione a fenomeni e strutture grammaticali di diverse varietà linguistiche. La sua ricerca include testi sia letterari che pratici, collocandoli nel loro contesto sociale, culturale e storico, e si basa su lavoro in biblioteche e archivi. È socio di importanti accademie come la Crusca e l’Arcadia, dirige riviste e collane editoriali e ha vinto il Premio Brunacci nel 2018.

Curriculum Vitae di FORMENTIN VITTORIO

Si è occupato prevalentemente di antichi testi e di antichi volgari d’Italia, con una particolare attenzione allo studio dei fenomeni e delle strutture grammaticali, come mostrano i suoi saggi dedicati a varietà linguistiche meridionali (napoletano, calabrese, lucano, romanesco), settentrionali (veneto, emiliano-romagnolo) e retoromanze (friulano). In tali lavori ha riservato un uguale interesse ai testi letterari (poesia italiana delle origini, Cronica dell’Anonimo romano, Ricordi di Loise de Rosa ecc.) e a quelli di natura pratica (scritture mercantili, registri contabili, lettere, graffiti ecc.), sempre sforzandosi di collocare gli uni e gli altri nel loro specifico contesto sociale, culturale, storico: si può dire dunque che la sua attività di ricerca si divida equamente tra le biblioteche e gli archivi. Tra le sue pubblicazioni principali ricordiamo l’edizione dei Ricordidel napoletano Loise de Rosa (Roma, Salerno Ed., 1998, 2 tt.), il volume Poesia italiana delle origini (Roma, Carocci, 2007) e le due monografie di soggetto lagunare, Baruffe muranesi. Una fonte giudiziaria medievale tra letteratura e storia della lingua (Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2017) e Prime manifestazioni del volgare a Venezia. Dieci avventure d’archivio (ivi, id., 2018), che rientrano nel progetto di ricerca da lui coordinato delle «Chartae Vulgares Antiquiores. I più antichi testi italiani riprodotti, editi e commentati». Ha diretto la rivista «Filologia italiana»; dirige la rivista «Lingua e Stile» e le collane «Scrittori italiani e testi antichi» (Firenze, Accademia della Crusca) e «Quaderni delle Chartae Vulgares Antiquiores» (Roma, Edizioni di Storia e Letteratura). È socio dell’Accademia della Crusca (Firenze), della Commissione per i Testi di Lingua (Bologna), dell’Accademia dell’Arcadia (Roma) e dell’Accademia Galileiana (Padova). Nel 2018 ha vinto il Premio Brunacci per la sezione «Cultura letteraria e linguistica veneta».

L’Istituto è un’Accademia

che ha per fine l’incremento, la diffusione e la tutela delle scienze, delle lettere e delle arti.

L’Istituto promuove e realizza progetti di studio e ricerca, anche in collaborazione con altri enti, istituzioni, fondazioni. 

L’Istituto Veneto deriva dal Reale Istituto Nazionale voluto da Napoleone all’inizio del XIX secolo.

L’Istituto ha due sedi, palazzo Loredan, assegnatogli dallo Stato nel 1891, e palazzo Franchetti, acquisito nel 1999 tramite Venezia Iniziative Culturali srl. 

Appelli e posizioni ufficiali pronunciati dall’Istituto 

Eletti dall’assemblea dei soci effettivi, acquisiscono formalmente la nomina con decreto del Ministero della Cultura.

L’Istituto è composto di due classi, è retto dal Consiglio di Presidenza e regolato dal Collegio dei Revisori. 

L’Istituto propone

oltre alle assemblee periodiche dei soci, numerosi tipi di iniziative rivolte al largo pubblico. A queste si aggiungono iniziative di approfondimento, di interesse più specialistico.
Bandisce inoltre premi a concorso. 

L’attività ordinaria dell’Istituto è scandita mensilmente dalle riunioni accademiche.

Tra le attività regolarmente promosse dall’Istituto è l’organizzazione di conferenze, convegni di studio, cicli di incontri divulgativi e altro ancora.

L’Istituto Veneto organizza, promuove e ospita esposizioni documentarie e mostre d’arte collettive e personali. 

L’Istituto bandisce annualmente premi destinati per lo più a giovani ricercatori. 

L’Istituto promuove seminari e scuole internazionali di approfondimento, ma anche corsi di formazione per docenti. 

Le visite, gratuite e prenotabili telefonicamente, permettono di scoprire i tesori nascosti di palazzo Loredan. 

L’Istituto è casa editrice

fin dal 1840 pubblica la rivista «Atti» e una serie di volumi, denominati «Memorie», che raccolgono contributi in forma monografica. Da diversi anni pubblica inoltre una serie di Collane, che riflettono interessi specifici. 

Oltre 300 i volumi pubblicati su temi di storia, letteratura, critica d’arte, filologia, diritto, filosofia, ma anche nelle scienze naturali e matematiche.

L’intero patrimonio delle pubblicazioni edite dal 1840 è stato di recente digitalizzato.

È possibile acquistare online le più recenti pubblicazioni dell’Istituto.

È il periodico digitale, diffuso via newsletter, pensato per far conoscere i nostri soci e offrire loro opportunità di divulgazione.

Ha lo scopo di raccogliere in edizione critica i documenti archivistici relativi a Marco Polo e ai suoi diretti discendenti. 

Selezione di pubblicazioni dell’Istituto disponibili gratuitamente in formato digitale.

L’Istituto conserva

donazioni e lasciti, fondi archivistici, opere d’arte, collezioni scientifiche, biblioteche che ne esprimono la complessa articolazione degli interessi e il prestigio riconosciuto dal mondo accademico. 

L’Istituto conserva i documenti relativi alla propria storia e fondi di personalità importanti per la storia d’Italia. 

Il patrimonio librario è costituito da oltre 100.000 volumi, pervenuti, per la maggior parte, in scambio con le principali istituzioni accademiche mondiali.

Nel corso della sua storia bicentenaria l’Istituto ha raccolto numerose opere d’arte, rappresentative dell’ampiezza dei campi d’interesse.