GIBELLINI PIETRO

Classe di scienze morali, lettere ed arti
Area disciplinare: LETTERATURE ITALIANA E STRANIERA
Data elezione: s.c.n.r. 23 aprile 2013

Professore ordinario di Letteratura italiana nell'Università "Ca' Foscari" di Venezia

Pietro Gibellini è già Professore ordinario di Letteratura italiana all’Università “Ca’ Foscari” di Venezia. È socio corrispondente non residente (s.c.n.r.) dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, eletto il 23 aprile 2013. La sua lunga carriera accademica lo ha visto insegnare in diverse università in Italia e Svizzera. È Presidente dell’edizione nazionale delle opere di D’Annunzio e direttore di importanti riviste letterarie. Vanta un’ampia attività scientifica sulla letteratura italiana, con particolare focus su D’Annunzio e Belli, e ha ricevuto diversi premi.

Curriculum Vitae di GIBELLINI PIETRO

Pietro Gibellini è nato a Pralboino il 16 maggio 1945. Conseguita la maturità classica a Brescia, ha vinto un posto al Collegio Ghislieri e si è laureato in Lettere all’Università di Pavia nel 1968 discutendo la tesi con Dante Isella, correlatori Cesare Segre e Maria Corti. Negli anni, oltre alla Letteratura italiana, ha insegnato Filologia italiana e Letteratura moderna e contemporanea. È stato ricercatore all’Università di Pavia (dal 1974), chargé de cours all’Università di Ginevra (1982-83); divenuto professore ordinario, ha insegnato all’Università dell’Aquila al(1987-1990), all’Università di Trieste (1990-96) e all’Università “Ca’ Foscari” di Venezia (1996-2015). È membro dell’Accademia dell’Arcadia, dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, dell’Ateneo Veneto e dell’Ateneo di Brescia, dell’Ateneo di Salò. Ha fondato le riviste «Ermeneutica letteraria» (2005), «Letteratura e dialetti» (2008) e «Archivio D’Annunzio» (2014); ha diretto la seconda serie dei «Quaderni dannunziani» (1987-89), ed è nei comitati di varie riviste: «Critica letteraria», «Esperienze letterarie», «Humanitas», «Italian Studies in Southern Africa»,«Quaderni del Vittoriale», «Studi medievali e moderni». È nel consiglio della Fondazione Il Vittoriale Degli Italiani e nel direttivo del Centro Nazionale di Studi DannunzianiHa ideato e tre grandi opere collettive: Letteratura delle regioni d’Italia (voll. 20, 1986-92), Il mito nella letteratura italiana (2005-09, voll. 5), La Bibbia nella letteratura italiana (2009-17, voll. 6). Come critico militante, collabora a un quotidiano nazionale e a uno svizzero. Presiede i comitati scientifici di due Edizioni Nazionali, quella delle Opere di Gabriele d’Annunzio e quella degli Scritti di Giovita Scalvini. È stato a lungo responsabile culturale del Vittoriale degli Italiani di cui è attualmente consigliere. Ha ricevuto il premio Marino Moretti per la filologia (1997), il Premio Cultori di Roma (2009), il Premio alla ricerca Ca’ Foscari (2012) e il Premio “Natalino Sapegno” alla carriera (2020). I suoi studi, di taglio filologico, critico-interpretativo e storico-letterario, spaziano nella letteratura italiana dal Medioevo all’età contemporanea, ma si concentrano soprattutto su autori otto-novecenteschi. Ha approfondito in particolare la linea lombarda da Parini a Porta, da Manzoni a Gadda (L’Adda ha buona voce, 1984; La parabola di Renzo e Lucia, 1994; Parini: l’officina del «Giorno», 2010), l’opera di Giuseppe Gioachino Belli, al quale ha dedicato tre volumi di saggi (Il coltello e la corona, 1979; I panni in Tevere, 1989; Belli senza maschere, 2012) e del quale ha curato la monumentale edizione critica e commentata dei Sonetti romaneschi (2018, voll. 4); è tra i maggiori esperti dell’opera di Gabriele d’Annunzio, cui ha dedicato due volumi saggistici (Logos e mythos, 1985 e D’Annunzio dal gesto al testo, 1995) nonché l’edizione critica di Alcyone (1988, ed. accresciuta 2018). Ha raccolto in volume anche i suoi studi su Verga, Pirandello e altri siciliani (2011). Ha introdotto e commentato per importanti editori – Adelphi, Einaudi, Garzanti, Mondadori, Rizzoli – varie opere di scrittori italiani, tra i quali Porta, Belli, Manzoni, Carducci, D’Annunzio, Pascoli, Pirandello, e ha studiato anche autori contemporanei (Vigolo, Dell’Arco, la Campo, Spina ecc.). Ha curato atti di convegni e volumi collettivi, in particolare su Gianfranco Contini e la critica delle varianti, praticata da Gibellini con attenzione al rapporto tra Filologia ed ermeneutica, titolo del volume offerto nel 2015 a Gibellini dai suoi allievi. Alla critica tematica e alla storia delle idee appartengono gli studi sull’eredità letteraria della mitologia classica e della Bibbia, e una monografia su vino ed ebbrezza negli scrittori moderni (Il calamaio di Dioniso, 2001).

L’Istituto è un’Accademia

che ha per fine l’incremento, la diffusione e la tutela delle scienze, delle lettere e delle arti.

L’Istituto promuove e realizza progetti di studio e ricerca, anche in collaborazione con altri enti, istituzioni, fondazioni. 

L’Istituto Veneto deriva dal Reale Istituto Nazionale voluto da Napoleone all’inizio del XIX secolo.

L’Istituto ha due sedi, palazzo Loredan, assegnatogli dallo Stato nel 1891, e palazzo Franchetti, acquisito nel 1999 tramite Venezia Iniziative Culturali srl. 

Appelli e posizioni ufficiali pronunciati dall’Istituto 

Eletti dall’assemblea dei soci effettivi, acquisiscono formalmente la nomina con decreto del Ministero della Cultura.

L’Istituto è composto di due classi, è retto dal Consiglio di Presidenza e regolato dal Collegio dei Revisori. 

L’Istituto propone

oltre alle assemblee periodiche dei soci, numerosi tipi di iniziative rivolte al largo pubblico. A queste si aggiungono iniziative di approfondimento, di interesse più specialistico.
Bandisce inoltre premi a concorso. 

L’attività ordinaria dell’Istituto è scandita mensilmente dalle riunioni accademiche.

Tra le attività regolarmente promosse dall’Istituto è l’organizzazione di conferenze, convegni di studio, cicli di incontri divulgativi e altro ancora.

L’Istituto Veneto organizza, promuove e ospita esposizioni documentarie e mostre d’arte collettive e personali. 

L’Istituto bandisce annualmente premi destinati per lo più a giovani ricercatori. 

L’Istituto promuove seminari e scuole internazionali di approfondimento, ma anche corsi di formazione per docenti. 

Le visite, gratuite e prenotabili telefonicamente, permettono di scoprire i tesori nascosti di palazzo Loredan. 

L’Istituto è casa editrice

fin dal 1840 pubblica la rivista «Atti» e una serie di volumi, denominati «Memorie», che raccolgono contributi in forma monografica. Da diversi anni pubblica inoltre una serie di Collane, che riflettono interessi specifici. 

Oltre 300 i volumi pubblicati su temi di storia, letteratura, critica d’arte, filologia, diritto, filosofia, ma anche nelle scienze naturali e matematiche.

L’intero patrimonio delle pubblicazioni edite dal 1840 è stato di recente digitalizzato.

È possibile acquistare online le più recenti pubblicazioni dell’Istituto.

È il periodico digitale, diffuso via newsletter, pensato per far conoscere i nostri soci e offrire loro opportunità di divulgazione.

Ha lo scopo di raccogliere in edizione critica i documenti archivistici relativi a Marco Polo e ai suoi diretti discendenti. 

Selezione di pubblicazioni dell’Istituto disponibili gratuitamente in formato digitale.

L’Istituto conserva

donazioni e lasciti, fondi archivistici, opere d’arte, collezioni scientifiche, biblioteche che ne esprimono la complessa articolazione degli interessi e il prestigio riconosciuto dal mondo accademico. 

L’Istituto conserva i documenti relativi alla propria storia e fondi di personalità importanti per la storia d’Italia. 

Il patrimonio librario è costituito da oltre 100.000 volumi, pervenuti, per la maggior parte, in scambio con le principali istituzioni accademiche mondiali.

Nel corso della sua storia bicentenaria l’Istituto ha raccolto numerose opere d’arte, rappresentative dell’ampiezza dei campi d’interesse.