La storia dell’Istituto

Cenni storici dell’Istituto Veneto

L’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti è in germe già nel progetto di legge del 19 brumaio a. VI (9 novembre 1797) presentato da Napoleone Bonaparte al Direttorio esecutivo della Cisalpina. Detto decreto all’Art. 297 disponeva: «Vi deve essere per tutta la Repubblica un Istituto nazionale incaricato di raccogliere le scoperte, e perfezionare le arti e le scienze»; e se ne fissava la sede a Bologna, città della più antica università d’Europa, per gli «ampli ed opportuni stabilimenti utili a questo oggetto».


Le successive vicende politico-militari rendevano questo Istituto praticamente inoperante per Venezia e il Veneto, che erano rimasti esclusi, con il trattato di Campoformido, dal nuovo Stato creato dal Bonaparte;  per questa ragione, se veneziani o veneti potevano figurare fra i primi accademici, essi, almeno in un primo tempo, apparivano come singoli e non come rappresentanti dell’Istituto di Venezia.
Nel 1802, con la trasformazione della Repubblica Cisalpina in Repubblica Italiana, si realizzò la fondazione del progettato Istituto Nazionale e per decreto del Corpo legislativo, 17 agosto 1802, il nuovo Istituto fu attivato, diviso in tre sezioni: di scienze fisiche e matematiche, di scienze morali e politiche, di lettere e belle arti.


La prima convocazione ebbe luogo il 24 maggio 1803; nel gennaio del 1804, si pubblicò il Regolamento organico, che determinava gli uffici e ne specificava le attribuzioni: dare premi e istituire esperimenti; pronunciarsi sul merito delle utili scoperte di agricoltura e di meccanica; preparare libri d’istruzione e suggerire i candidati per la nomina dei professori delle Università, delle Accademie di belle arti e delle scuole speciali; proporre al Governo ciò che si credesse utile al progresso degli studi. L’Istituto, dunque, doveva essere la chiave di volta dell’insegnamento alto ed universitario, ed insieme il corpo più insigne di alta cultura della Repubblica.


Una prima radicale riforma si ebbe però quasi subito: il Bonaparte, divenuto Imperatore, volle che anche l’Istituto fosse ristrutturato in conformità alle nuove circostanze. Il Viceré sollecitava il trasporto a Milano; ed esso fu deliberato nel 1810, assieme alla nuova denominazione di «Reale Istituto di Scienze, Lettere ed Arti».
Il numero dei membri pensionati (che oggi diremmo effettivi) venne raddoppiato e ad esso fu aggiunto un numero illimitato di soci onorari; l’adunanza generale fu resa biennale; vennero stabilite, nelle città di Venezia, Bologna, Padova e Verona, altrettante sezioni formanti un solo corpo con la sede centrale. Ventun membri appartenevano alle sezioni venete, tra i quali: Pietro Cossali, Stefano Andrea Renier, Antonio Canova, Ippolito Pindemonte ed Angelo Zendrini. 

1810
25/12
1810

Per decreto napoleonico nasce l’Istituto Reale di scienze, lettere ed arti, con sede a Milano e quattro sezioni: a Bologna, Padova, Venezia e Verona.
Formalmente viene dato un nome nuovo a una precedente istituzione, creata nel 1802: "Articolo 121 della Costituzione della Repubblica Italiana del 26 gennaio 1802, anno I. Un Istituto nazionale è incaricato di raccogliere le scoperte, e di perfezionare le scienze e le arti".

1838
13/08
1838

Da Innsbruck l’imperatore Ferdinando rifonda due Istituti, uno a Milano e l’altro a Venezia, con sede a Palazzo Ducale, denominato Imperial Regio Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti.

1847
26/09
1847

Dodici giorni dopo l’apertura del IX Congresso degli scienziati italiani, si inaugura a Palazzo Ducale il Panteon Veneto.

1867
1867

Emanuele Cicogna, sentendo prossima la fine, dona al Reale Istituto Veneto l'ampolla sigillata con ceralacca e conservata in forma di "reliquia laica" contenente l'ulna dell'avambraccio destro di fra Paolo Sarpi.
La reliquia era stata recuperata nel 1828 dall'Ing. Giovanni Casoni e poi donata al Cicogna nel 1854.

1868
11/12
1868

Nel testamento, il conte Giovanni Querini Stampalia nomina l’Istituto curatore della Fondazione che reca il suo nome.

1892
21/02
1892

Si inaugura la nuova sede di palazzo Loredan, dove viene ospitata anche la Deputazione di storia patria per le Venezie.

1893
28/10
1893

Muore Angelo Minich, lasciando erede l’Istituto di un patrimonio liquido di oltre 800.000 lire.

1900-1902
1900-1902
Il Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti decide di affiancare un giovane studioso trentino, Giuseppe Gerola, alla Missione Archeologica Italiana allo scopo di raccogliere le testimonianze della lunga dominazione veneziana nell'isola di Creta. 
Raccoglie calchi in gesso, lastre fotografiche, calchi su carta velina e su carta assorbente, numerosi appunti.
1905-1908
1905-1908

Dal 1905 Giovanni Magrini collabora con Luigi De Marchi Tullio Gnesotto agli studi che l'Istituto andava promuovendo sull'idraulica lagunare, concretizzatisi in 12 volumi di Ricerche (1906-1909), e nell'installazione di speciali mareografi che consentirono di risolvere decisivi problemi scientifici.

1917
15/11
1917
In seguito alla sconfitta di Caporetto, l’Istituto si trasferisce a Roma, presso l’Accademia dei Lincei.
Il 24 novembre 1918 riprendono le adunanze nella sede di palazzo Loredan.
1923
17/06
1923
Le collezioni di scienze naturali vengono trasferite al Fondaco dei turchi.
1930
12/02
1930
La famiglia di Luigi Luzzatti dona all’Istituto la biblioteca e l’archivio dello statista.
1933
16/07
1933
Si intraprende lo studio archeologico delle strade romane nelle Venezie, in vista del bimillenario augusteo.
1960
1960
Viene istituita una permanente “Commissione di studio dei provvedimenti per la conservazione e difesa della laguna e della città di Venezia”.
1999
1999
Nel corso dell’anno 1999 l’Istituto acquista da un Istituto di credito il vicino palazzo Franchetti, dando inizio ai necessari lavori di adeguamento.
2007
2007
In occasione dei restauri torna alla luce l'affresco (1809), che si pensava distrutto, di Giovanni Carlo Bevilacqua "Allegoria napoleonica". L'autore, nelle sue memorie, affermava che "tale lavoro fu distrutto a colpi di martello per ordine dei Tedeschi quando l'anno 1814 ritornarono al possesso di Venezia". 

L’Istituto è un’Accademia

che ha per fine l’incremento, la diffusione e la tutela delle scienze, delle lettere e delle arti.

L’Istituto promuove e realizza progetti di studio e ricerca, anche in collaborazione con altri enti, istituzioni, fondazioni. 

L’Istituto Veneto deriva dal Reale Istituto Nazionale voluto da Napoleone all’inizio del XIX secolo.

L’Istituto ha due sedi, palazzo Loredan, assegnatogli dallo Stato nel 1891, e palazzo Franchetti, acquisito nel 1999 tramite Venezia Iniziative Culturali srl. 

Appelli e posizioni ufficiali pronunciati dall’Istituto 

Eletti dall’assemblea dei soci effettivi, acquisiscono formalmente la nomina con decreto del Ministero della Cultura.

L’Istituto è composto di due classi, è retto dal Consiglio di Presidenza e regolato dal Collegio dei Revisori. 

L’Istituto propone

oltre alle assemblee periodiche dei soci, numerosi tipi di iniziative rivolte al largo pubblico. A queste si aggiungono iniziative di approfondimento, di interesse più specialistico.
Bandisce inoltre premi a concorso. 

L’attività ordinaria dell’Istituto è scandita mensilmente dalle riunioni accademiche.

Tra le attività regolarmente promosse dall’Istituto è l’organizzazione di conferenze, convegni di studio, cicli di incontri divulgativi e altro ancora.

L’Istituto Veneto organizza, promuove e ospita esposizioni documentarie e mostre d’arte collettive e personali. 

L’Istituto bandisce annualmente premi destinati per lo più a giovani ricercatori. 

L’Istituto promuove seminari e scuole internazionali di approfondimento, ma anche corsi di formazione per docenti. 

Le visite, gratuite e prenotabili telefonicamente, permettono di scoprire i tesori nascosti di palazzo Loredan. 

L’Istituto è casa editrice

fin dal 1840 pubblica la rivista «Atti» e una serie di volumi, denominati «Memorie», che raccolgono contributi in forma monografica. Da diversi anni pubblica inoltre una serie di Collane, che riflettono interessi specifici. 

Oltre 300 i volumi pubblicati su temi di storia, letteratura, critica d’arte, filologia, diritto, filosofia, ma anche nelle scienze naturali e matematiche.

L’intero patrimonio delle pubblicazioni edite dal 1840 è stato di recente digitalizzato.

È possibile acquistare online le più recenti pubblicazioni dell’Istituto.

È il periodico digitale, diffuso via newsletter, pensato per far conoscere i nostri soci e offrire loro opportunità di divulgazione.

Ha lo scopo di raccogliere in edizione critica i documenti archivistici relativi a Marco Polo e ai suoi diretti discendenti. 

L’Istituto conserva

donazioni e lasciti, fondi archivistici, opere d’arte, collezioni scientifiche, biblioteche che ne esprimono la complessa articolazione degli interessi e il prestigio riconosciuto dal mondo accademico. 

L’Istituto conserva i documenti relativi alla propria storia e fondi di personalità importanti per la storia d’Italia. 

Il patrimonio librario è costituito da oltre 100.000 volumi, pervenuti, per la maggior parte, in scambio con le principali istituzioni accademiche mondiali.

Nel corso della sua storia bicentenaria l’Istituto ha raccolto numerose opere d’arte, rappresentative dell’ampiezza dei campi d’interesse.