Completati gli studi nel seminario di Orvieto, venne ordinato sacerdote. A seguito delle posizioni antinapoleoniche, nel 1812 fu deportato a Bastia, in Corsica, dove trascorse due anni di esilio, durante i quali si dedicò a studi di botanica e pedagogia. Nel 1816, si ritirò a Figline Valdarno, nella tenuta paterna, per curare l’amministrazione dell’azienda agricola di famiglia. Nel 1820, iniziò a frequentare lezioni di botanica e fisica tenute a Firenze, dove incontrò Vieusseux, con il quale diede vita al periodico “Giornale agrario toscano” e strinse un rapporto di amicizia che durò tutta la vita. Fu tra i fondatori della Cassa di risparmio di Firenze e, dando inizio alla sua vera e propria attività pedagogica, aprì nella villa di San Cerbone un istituto di educazione per i giovanetti di buona famiglia. Dopo la parentesi del 1848 fu sostanzialmente assente dalla vita politica fino al 1859, quando entrò nella Consulta di Stato ed eletto deputato all’Assemblea toscana. Ispettore generale delle scuole, fu nominato senatore nel 1860 e nel 1861 provveditore delle scuole di Toscana. Nel 1865 venne eletto presidente dell’Accademia dei Georgofili e nel 1867 nominato professore di pedagogia all’Istituto di studi superiori di Firenze.