Autodidatta appassionato di questioni fisico-meccaniche spettanti alla tecnologia ed all’industria, fra il 1833 ed il ’34 diresse un “Giornale di tecnologia”, e fu il primo a concepire l’illuminazione a gas per Venezia, tentandone l’esperimento – peraltro fallito – alla Fenice; nel IX Congresso degli scienziati italiani fu vicepresidente della sezione di fisica. Nella rivoluzione veneziana del ’48 rivestì cariche di grande importanza, e il 2 aprile ’49 propose il celebre ordine del giorno che impegnava la città alla resistenza ad oltranza, per cui al ritorno degli austriaci dovette andarsene in esilio e fu espulso dall’Istituto Veneto. Riparò a Torino, dove venne promosso vicedirettore dei telegrafi dello Stato. Autore di numerose invenzioni, dopo il ’66 ritornò a Venezia col grado di ispettore capo di questo compartimento telegrafico; fu riammesso all’Istituto, divenne presidente dell’Ateneo Veneto e consigliere provinciale.