Figlio dell’industriale Eleonoro, studiò filosofia nel seminario diocesano, quindi si dedicò alle ricerche geologiche, che divennero il suo interesse predominante; percorse in tal modo le Alpi venete e tirolesi, e nel ’30 viaggiò nell’alta Italia ed in Toscana per conoscervi i più eminenti naturalisti. Partecipò a quasi tutti i Congressi degli scienziati italiani, fece parte della società per la realizzazione della ferrovia Ferdinandea (1837) e fu il primo segretario dell’Istituto, cui donò, nel ’47, la sua collezione di fossili e minerali, curandone anche la collocazione in apposito museo. Assieme al fratello Valentino, prese parte attiva agli avvenimenti del ’48-’49, collaborando col Governo di Manin; perciò, al ritorno degli austriaci, venne espulso dall’Istituto quand’esso venne riattivato, e confinato a Schio. Riammessovi dopo l’annessione del Veneto al Regno, fu nominato presidente del Consiglio provinciale di Vicenza, senatore e, nel ’68, ministro dei lavori pubblici. Come studioso, sostenne la necessità di realizzare una carta geologica della penisola.
Segretario dal primo marzo 1840, dal 15 ottobre 1840-1844, dal 29 ottobre 1844-1850; vicepresidente dall’11 marzo 1867-1869; presidente dal 27 maggio 1869-1870.