PERI MASSIMO

Classe di scienze morali, lettere ed arti
Area disciplinare: SCIENZE DELL’ANTICHITA’
Data elezione: s.c.r. 6 settembre 2001

Professore ordinario di Lingua e Letteratura neogreca nell'Università di Padova

Massimo Peri è Professore ordinario di Lingua e Letteratura neogreca all’Università di Padova. È socio corrispondente residente dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti dal 6 settembre 2001. Laureato in filologia bizantina, ha collaborato con Filippo Maria Pontani e gli è succeduto nell’insegnamento a Padova. La sua attività scientifica spazia dalla letteratura veneto-cretese, con particolare riferimento all’Erotókritos, alla narratologia, linguistica, metrica e poesia greca moderna. Con circa novanta pubblicazioni, si dedica anche a studi interdisciplinari sul topos delle bellezze femminili.

Curriculum Vitae di PERI MASSIMO

(Perugia 1944) si è laureato in filologia bizantina con Agostino Pertusi all’Università Cattolica di Milano (1968) ed ha collaborato per lunghi anni con Filippo Maria Pontani cui è succeduto nell’insegnamento di “lingua e letteratura neogreca” presso l’Università di Padova: prima come professore incaricato, poi come associato e come ordinario. La sua attività scientifica (complessivamente una novantina di pubblicazioni) si è svolta prevalentemente negli àmbiti seguenti:
(a) letteratura veneto-cretese del Rinascimento.
Ha esaminato i rapporti fra cultura veneziana e cultura cretese con particolare riferimento al poema Erotòkritos di Vincenzo Kornaros (Cornaro), riconosciuto capolavoro della letteratura neogreca purtroppo sconosciuto tra noi, anche se intrattiene rapporti molto stretti con la cultura scientifica e letteraria italiana, massime veneziana. Queste ricerche sono confluite in un volume (Malato d’amore, Rubbettino 1996), che affronta una problematica piuttosto vasta: il problema della recezione in Grecia di topoi letterari elaborati nella tradizione latina e italiana; i rapporti che intercorrono nella cultura antica e medievale fra medicina e letteratura, pittura e letteratura, medicina e filosofia, più in generale il concetto di interdisciplinarità fino all’avvento della rivoluzione scientifica nel XVII secolo. Questo àmbito di studi interdisciplinari è proseguito negli ultimi anni con una ricerca di carattere topologico (cfr. punto f);
(b) narratologia.
In una serie di articoli poi confluiti in un volume tutt’ora in uso nelle Università greche (Saggi di narratologia, Creta 1994) ha affrontato alcuni problemi teorici relativi al riporto della “parola d’altri” (discorso indiretto libero, monologo interiore, recitativum), alla genesi del racconto psicologico a focalizzazione interna, al concetto di mimesi narrativa. L’interesse teorico è prevalente (tra l’altro nell’articolo Sur un rewriting néo-grec de Zola, “Strumenti critici”, 2, 1987, pp. 97-112 ha discusso il dibattito sull’indiretto libero provocato da un intervento di Genette), ma ha affrontato anche il versante storico della questione, con particolare riguardo al verismo greco dell’Ottocento (la cosiddetta ithografia);
(c) linguistica.
Ha studiato soprattutto le tracce del greco demotico in testi medievali latini, tracce esigue ma interessanti anche perché generalmente misconosciute dai romanisti (tali ricerche sono confluite nell’articolo: Tracce di conoscenza del neogreco in testi latini dal VII al XV secolo, Venezia, Istituto Ellenico 1993;
(d) metrica.
Ha studiato in particolare i rapporti della metrica neogreca con la metrica occidentale – italiana e francese – dal Cinquecento al primo Novecento, in particolare: la presenza petrarchista in testi ciprioti del XVI secolo; la fortuna greca dell’ottava rima; la metrica patriottica dei poeti dell’eptaneso (Kalvos, Solomòs), la genesi del decatrisillabo (dall’alessandrino francese), la genesi del verso “politropos” in Palamàs e gli influssi allotri ma concomitanti del vers libéré e della tradizione innografica bizantina (l’Inno Acatisto), il problema del doppio sistema di misurazione del verso neogreco;
(e) poesia.
Ha dedicato una serie di saggi alla poesia greca dell’Otto e del Novecento, in particolare a Kavafis (il primo volume Quattro saggi su Kavafis risale al 1977, l’ultimo, Poesie rifiutate e inedite, al 1993), alla cosiddetta generazione degli anni venti (Kariotakis), e degli anni trenta (Seferis), ai poeti ottocenteschi delle isole Ionie sotto dominio veneziano (Kalvos, Solomòs). Di Solomòs ha curato recentemente l’edizione critica dei Pensieri italiani (Atene 1999);
(f) lessicografia.
Si è occupato di lessicografia speciale neogreca ed ha approntato il Lessico di Kariotakis, Padova 1983;
(g) traduzioni.
Oltre alla traduzione delle poesie rifiutate e inedite di Kavafis (cfr. supra, punto e), ha tradotto la sceneggiatura del film di Th. Anghelòpulos, La recita, Roma 1977;
(h) topologia.
Da quattro anni sta lavorando a una ricerca sul topos delle bellezze femminili e in particolare sui colori impiegati da tale topos. Si tratta di un lavoro di lunga lena che parte da Omero per giungere al Marino (e anzi, grossomodo, alla Rivoluzione francese) e che esamina le relazioni che il topos letterario intrattiene con altri campi epistemologici: la filosofia (in particolare da Empedocle a Teofrasto); la pittura tetracromatica greca del V-IV secolo a.C.; la medicina (in particolare l’umoralismo); l’alchimia. Le letterature prese in esame sono le seguenti: greco classico, medievale, moderno; latino classico e medievale; letterature in lingua d’oc e d’ oïl, gallego-portoghese, italiana fino a Petrarca e poi fino a Marino. Scopo di questo libro è mostrare in sostanza che il topos non è soltanto un sistema capace di scomporre e ricomporre i materiali di cui dispone restando fedele a se stesso, ma è anche un sistema che interagisce con altri sistemi epistemologici (insomma: è anche un polisistema).
Massimo Peri è stato Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università di Padova negli anni 1990-93 e 97-98, è socio dell’Accademia Galileiana di Padova e dell’Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici.

L’Istituto è un’Accademia

che ha per fine l’incremento, la diffusione e la tutela delle scienze, delle lettere e delle arti.

L’Istituto promuove e realizza progetti di studio e ricerca, anche in collaborazione con altri enti, istituzioni, fondazioni. 

L’Istituto Veneto deriva dal Reale Istituto Nazionale voluto da Napoleone all’inizio del XIX secolo.

L’Istituto ha due sedi, palazzo Loredan, assegnatogli dallo Stato nel 1891, e palazzo Franchetti, acquisito nel 1999 tramite Venezia Iniziative Culturali srl. 

Appelli e posizioni ufficiali pronunciati dall’Istituto 

Eletti dall’assemblea dei soci effettivi, acquisiscono formalmente la nomina con decreto del Ministero della Cultura.

L’Istituto è composto di due classi, è retto dal Consiglio di Presidenza e regolato dal Collegio dei Revisori. 

L’Istituto propone

oltre alle assemblee periodiche dei soci, numerosi tipi di iniziative rivolte al largo pubblico. A queste si aggiungono iniziative di approfondimento, di interesse più specialistico.
Bandisce inoltre premi a concorso. 

L’attività ordinaria dell’Istituto è scandita mensilmente dalle riunioni accademiche.

Tra le attività regolarmente promosse dall’Istituto è l’organizzazione di conferenze, convegni di studio, cicli di incontri divulgativi e altro ancora.

L’Istituto Veneto organizza, promuove e ospita esposizioni documentarie e mostre d’arte collettive e personali. 

L’Istituto bandisce annualmente premi destinati per lo più a giovani ricercatori. 

L’Istituto promuove seminari e scuole internazionali di approfondimento, ma anche corsi di formazione per docenti. 

Le visite, gratuite e prenotabili telefonicamente, permettono di scoprire i tesori nascosti di palazzo Loredan. 

L’Istituto è casa editrice

fin dal 1840 pubblica la rivista «Atti» e una serie di volumi, denominati «Memorie», che raccolgono contributi in forma monografica. Da diversi anni pubblica inoltre una serie di Collane, che riflettono interessi specifici. 

Oltre 300 i volumi pubblicati su temi di storia, letteratura, critica d’arte, filologia, diritto, filosofia, ma anche nelle scienze naturali e matematiche.

L’intero patrimonio delle pubblicazioni edite dal 1840 è stato di recente digitalizzato.

È possibile acquistare online le più recenti pubblicazioni dell’Istituto.

È il periodico digitale, diffuso via newsletter, pensato per far conoscere i nostri soci e offrire loro opportunità di divulgazione.

Ha lo scopo di raccogliere in edizione critica i documenti archivistici relativi a Marco Polo e ai suoi diretti discendenti. 

Selezione di pubblicazioni dell’Istituto disponibili gratuitamente in formato digitale.

L’Istituto conserva

donazioni e lasciti, fondi archivistici, opere d’arte, collezioni scientifiche, biblioteche che ne esprimono la complessa articolazione degli interessi e il prestigio riconosciuto dal mondo accademico. 

L’Istituto conserva i documenti relativi alla propria storia e fondi di personalità importanti per la storia d’Italia. 

Il patrimonio librario è costituito da oltre 100.000 volumi, pervenuti, per la maggior parte, in scambio con le principali istituzioni accademiche mondiali.

Nel corso della sua storia bicentenaria l’Istituto ha raccolto numerose opere d’arte, rappresentative dell’ampiezza dei campi d’interesse.