PUGLIERIN GABRIELE

Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali
Area disciplinare: FISICA E ASTRONOMIA
Data elezione: s.c.r. 30 giugno 2004; s.e. 26 maggio 2016, s.e.s. 1 settembre 2024

già Dirigente di Ricerca dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare presso la Sezione di Padova

Gabriele Puglierin è stato Dirigente di Ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) presso la Sezione di Padova. È socio corrispondente residente dal 2004 e socio effettivo dal 2016 (con variazione dal 1 settembre 2024) dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. La sua vasta carriera si è concentrata sulla fisica delle particelle, con ricerche sui mesoni K, i neutrini (oscillazioni, interazioni) e l’oscillazione neutrone-antineutrone in esperimenti internazionali. Ha ricoperto importanti ruoli direttivi nell’INFN, dirigendo la Sezione di Padova e i Laboratori Nazionali di Legnaro. Ha contribuito attivamente a numerosi progetti scientifici di rilievo (CERN, ILL, Gran Sasso, LHC, esperimenti astroparticellari e sulla fusione nucleare) e continua a seguire progetti e tenere lezioni.

Curriculum Vitae di PUGLIERIN GABRIELE

Conseguita nel marzo del 1969 la Laurea in Fisica presso l’Università di Padova, ho iniziato l’attività scientifica presso la stessa università occupandomi dello studio dei mesoni K sia carichi che neutri. In particolare ho studiato il decadimento del mesone K zero in tre pioni, esperimento condotto in collaborazione con l’Università di Wisconsin, i cui risultati sono stati riportati anche nel volume della SIF: 50 anni di Weak Interactions. Nel 1974 sono stato assunto a tempo indeterminato come ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) ed ho iniziato lo studio delle proprietà dei neutrini partecipando ad un esperimento condotto presso il CERN di Ginevra dalla collaborazione Aachen – Padova. Mi sono occupato della misura delle sezioni d’urto neutrino – elettrone, antineutrino – elettrone; della prima è stata fornita la prima misura in assoluto. Succesivamente mi sono occupato della produzione di particelle dotate di Charm nelle interazioni di neutrini, ho presentato i risultati alla conferenza di Oxford su Neutrino Physics at accelerators nel 1978. Sul finire degli anni 70 ho partecipato per un breve periodo all’esperimento al CERN per lo studio delle interazioni del neutrino nella camera a bolle BEBC riempita di deuterio e soprattutto ho contribuito ad una proposta per lo studio delle oscillazioni del neutrino al CERN, proposta pionieristica, che verrà realizzata parecchi anni dopo. Nel frattempo abbiamo spostato , come gruppo di Padova, l’attivit?perimentale presso il reattore nucleare dell’Istituto Laue-Langevin (ILL) a Grenoble per lo studio dell’oscillazione neutrone – antineutrone prevista nell’ambito di alcune teorie di grande unificazione. Un primo esperimento a Grenoble è durato dal 80 al 83, mi sono occupato della costruzione dell’anticoincidenza per i raggi cosmici e poi del colorimetro a tubi a Streamer e naturalmente dell’analisi dati, che ho presentato alla conferenza di Brighton. All’ILL di Grenoble avevano in progetto una nuova linea di neutroni freddi, molto intensa, ottima per migliorare di due ordini di grandezza il limite sull’oscillazione neutrone-antineutrone. Abbiamo presentato una proposta e nel frattempo abbiamo fatto l’esperimento al CERN sulle oscillazioni del neutrino, ponendo un nuovo limite all’oscillazione. Siamo stati approvati all’ILL e con la collaborazione di un gruppo di Heidelberg e un gruppo INFN di Pavia, abbiamo cominciato il nuovo esperimento : un lungo canale di propagazione del fascio di neutroni, 100 m schermati dal campo magnetico terrestre , un bersaglio sottile di carbonio alla fine, un apparato di 4mx4mx4m tutto intorno al bersaglio per la rivelazione dei prodotti dell’eventuale annichilazione. La presa dati è durata due anni, si è interrotta per la rottura del reattore che forniva il fascio. I dati sono comunque stati sufficienti per raggiungere l’obiettivo proposto. Sono stato responsabile per Padova del progetto, in particolare del rivelatore ed anche in questo caso ho partecipato fino alla fine all’analisi dati. Succesivamente ho partecipato alla preparazione dell’esperimento NOMAD al CERN , un nuovo esperimento per lo studio delle oscillazioni del neutrino. Per questo esperimento ho progettato il calorimetro elettromagnetico compatto a vetri al piombo e mi sono occupato del sistema di anticoincidenza dei muoni del fascio.
L’ultimo importante esperimento è stato la misura del momento magnetico dell’antineutrino al reattore nucleare di Bugey in Francia. Il rivelatore, una TPC di 1m cubo di volume riempito di gas alla pressione di 3 bar, circondato da 10m cubi di scintillatore liquido doveva operare con una differenza di pressione liquido – gas inferiore a 20 mbar ,di questo mi sono occupato contribuendo al successo della misura. Nel 1995 ho vinto il concorso per Dirigente di Ricerca dell’INFN e nel 1996 sono diventato direttore della sezione INFN di Padova. Ho continuato a lavorare nell’esperimento di Bugey e mi sono interessato ad un esperimento sul Doppio Decadimento Beta del molibdeno 100, proposto da un gruppo russo, sviluppato a Legnaro e installato nei Laboratori INFN del Gran Sasso.
Come direttore di Padova mi sono attivato per la partecipazione della sezione a due importanti esperimenti a LHC : CMS e ALICE. Ho fornito anche adeguato supporto all’esperimento MAGIC per lo studio della radiazione cosmica e allo sviluppo del grande magnete analizzatore PRISMA per la fisica nucleare. Nel 2000 sono stato chiamato a far parte della giunta esecutiva dell’INFN. Mi sono occupato dell’attività del gruppo II, rivolto allo studio della fisica dei neutrini e alla fisica astroparticellare. In particolare mi sono adoperato per la realizzazione dell’esperimento OPERA al Gran Sasso, dell’esperimento Auger in Argentina e degli esperimenti sulle onde gravitazionali, soprattutto VIRGO. Sono stato membro del consiglio di amministrazione del Consorzio Virgo in qualità di vicepresidente. Ho avuto un ruolo abbastanza importante nel rappresentare l’INFN in ASI e ho contributo a formare uno spirito collaborativo tra le varie componenti INFN, CNR e INAF che confluivano in ASI per le loro attività. Ho sostenuto con successo le attivit?NFN in ASI portando al finanziamento i progetti : AGILE, PAMELA, AMS, GLAST e LISA-pathfinder. Tutti sono stati lanciati con successo anche l’ultimo recentemente. Sono tuttora membro del consiglio di amministrazione del Consorzio Criospazioricerche a Trento, che ha contribuito all’attività sulle onde gravitazionali a Trento e in particolare a LISA-pathfinder. Nel 2004 ho lasciato anzitempo la giunta INFN sollecitato di occuparmi dei Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN. Sono diventato direttore in un momento in cui si trattava di dare inizio ad un nuovo sviluppo dei laboratori.
Il progetto, che era stato elaborato a Legnaro, di un acceleratore lineare ad alta intensit?i protoni per la produzione di fasci esotici, si era rivelato troppo costoso, ma la sperimentazione per un impatto diretto di un fascio di protoni a più bassa intensità su un bersaglio di uranio ha fornito una alternativa significativa. Per la produzione del fascio si prestava molto bene un Ciclotrone sviluppato in Francia dall’IBA per la produzione di nuovi radioisotopi per la medicina. Legnaro allora ha scelto un Ciclotrone da 70 MeV e intensità 750 mamp con il vantaggio che solo 200-300 mamp sono sufficienti per la produzione dei fasci esotici, gli altri mamp saranno utilizzati anche a Legnaro per lo studio e la produzione di nuovi radioisotopi per la medicina . Il ciclotrone è stato recentemente installato essendo stato il progetto approvato anche finanziariamente dall’INFN. Contemporaneamente agli sviluppi in atto a Legnaro, anche nel vicino centro del Consorzio RFX, per lo studio della produzione di energia da fusione, era allo studio la partecipazione del consorzio all’attività di realizzazione del nuovo reattore per la fusione ITER. Al consorzio si prospettava la costruzione di un acceleratore di deutoni per fornire energia al plasma di ITER. Poichè si trattava di costruire un acceleratore, è parso naturale ricorrere alle competenze presenti a Legnaro per gli acceleratori. Ne è nata una collaborazione che ha visto il contributo di Legnaro nella definizione del fascio, nella criogenia e nelle alte tensioni in vuoto per accennare solo ai contributi più importanti. Varie delegazioni sono venute a visitare i laboratori, Legnaro si è dimostrato un ottimo supporto all’impresa, che alla fine è stata affidata al consorzio RFX, cui ora partecipa anche l’INFN. Sono stato per 4 anni nel consiglio di amministrazione del consorzio. Negli accordi internazionali per la fusione l’Italia si era impegnata a fornire un contributo in KIND, ad un acceleratore di deutoni ad altissima intensità per lo studio dei materiali per la fusione. Viste le competenze sugli RFQ ad alta intensit?egrave; stato chiesto all’INFN di partecipare all’impresa fornendo un RFQ adatto allo scopo. Mi sono fatto carico dell’impresa ed ho organizzato la collaborazione. Il progetto è stato elaborato da Legnaro e per la parte meccanica,particolarmente difficile, si è fatto ricorso alle competenze presenti a Padova, che si è attrezzata anche per parte della produzione, per le misure e per la gestione di tutta la meccanica in generale con il supporto anche delle sezioni INFN di Torino e Bologna. Tutti i 18 pezzi del RFQ sono stati terminati e sono stati trasferiti in Giappone. Dal 2007 al 2009 sono stato anche membro del consiglio di amministrazione della fondazione Bruno Kessler a Trento, nella delicata fase di transizione dall’Istituto di Cultura di Trento alla fondazione dove ho portato lil contributo dell’esperienza organizzativa dell’INFN.
Con il 31/12/2009 sono stato posto in quiescenza, ma ho continuato a seguire i progetti che avevo iniziato a Legnaro e a RFX. A Legnaro poi ho messo mano alla criogenia. La criogenia a Legnaro è molto importante per gli acceleratori, il laboratorio dispone di uno dei maggiori impianti in Italia, mi sono occupato della gestione dell’impianto ed ho organizzato il servizio, che ora funziona. Infine , da quando sono andato in pensione , svolgo una serie di lezioni al corso sui reattori presso l’Università di Padova di introduzione alla fisica nucleare con particolare attenzione ai rettori a fusione e a fissione.

L’Istituto è un’Accademia

che ha per fine l’incremento, la diffusione e la tutela delle scienze, delle lettere e delle arti.

L’Istituto promuove e realizza progetti di studio e ricerca, anche in collaborazione con altri enti, istituzioni, fondazioni. 

L’Istituto Veneto deriva dal Reale Istituto Nazionale voluto da Napoleone all’inizio del XIX secolo.

L’Istituto ha due sedi, palazzo Loredan, assegnatogli dallo Stato nel 1891, e palazzo Franchetti, acquisito nel 1999 tramite Venezia Iniziative Culturali srl. 

Appelli e posizioni ufficiali pronunciati dall’Istituto 

Eletti dall’assemblea dei soci effettivi, acquisiscono formalmente la nomina con decreto del Ministero della Cultura.

L’Istituto è composto di due classi, è retto dal Consiglio di Presidenza e regolato dal Collegio dei Revisori. 

L’Istituto propone

oltre alle assemblee periodiche dei soci, numerosi tipi di iniziative rivolte al largo pubblico. A queste si aggiungono iniziative di approfondimento, di interesse più specialistico.
Bandisce inoltre premi a concorso. 

L’attività ordinaria dell’Istituto è scandita mensilmente dalle riunioni accademiche.

Tra le attività regolarmente promosse dall’Istituto è l’organizzazione di conferenze, convegni di studio, cicli di incontri divulgativi e altro ancora.

L’Istituto Veneto organizza, promuove e ospita esposizioni documentarie e mostre d’arte collettive e personali. 

L’Istituto bandisce annualmente premi destinati per lo più a giovani ricercatori. 

L’Istituto promuove seminari e scuole internazionali di approfondimento, ma anche corsi di formazione per docenti. 

Le visite, gratuite e prenotabili telefonicamente, permettono di scoprire i tesori nascosti di palazzo Loredan. 

L’Istituto è casa editrice

fin dal 1840 pubblica la rivista «Atti» e una serie di volumi, denominati «Memorie», che raccolgono contributi in forma monografica. Da diversi anni pubblica inoltre una serie di Collane, che riflettono interessi specifici. 

Oltre 300 i volumi pubblicati su temi di storia, letteratura, critica d’arte, filologia, diritto, filosofia, ma anche nelle scienze naturali e matematiche.

L’intero patrimonio delle pubblicazioni edite dal 1840 è stato di recente digitalizzato.

È possibile acquistare online le più recenti pubblicazioni dell’Istituto.

È il periodico digitale, diffuso via newsletter, pensato per far conoscere i nostri soci e offrire loro opportunità di divulgazione.

Ha lo scopo di raccogliere in edizione critica i documenti archivistici relativi a Marco Polo e ai suoi diretti discendenti. 

Selezione di pubblicazioni dell’Istituto disponibili gratuitamente in formato digitale.

L’Istituto conserva

donazioni e lasciti, fondi archivistici, opere d’arte, collezioni scientifiche, biblioteche che ne esprimono la complessa articolazione degli interessi e il prestigio riconosciuto dal mondo accademico. 

L’Istituto conserva i documenti relativi alla propria storia e fondi di personalità importanti per la storia d’Italia. 

Il patrimonio librario è costituito da oltre 100.000 volumi, pervenuti, per la maggior parte, in scambio con le principali istituzioni accademiche mondiali.

Nel corso della sua storia bicentenaria l’Istituto ha raccolto numerose opere d’arte, rappresentative dell’ampiezza dei campi d’interesse.