RUBBIA CARLO

Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali
Area disciplinare: FISICA E ASTRONOMIA
Data elezione: s.o. 15 febbraio 2002

Premio Nobel per la fisica nel 1984. Membro onorario del CERN di Ginevra

Carlo Rubbia, nato nel 1934, è un fisico di fama mondiale, insignito del Premio Nobel per la Fisica nel 1984. Gran parte della sua carriera si è svolta al CERN di Ginevra, di cui è stato Direttore Generale (1987-1992). La sua scoperta fondamentale, insieme al gruppo UA1, è stata l’individuazione dei bosoni vettori intermedi (W e Z) nel 1983. Questa scoperta ha confermato la “teoria elettrodebole”, unificando forze fondamentali della natura. È anche socio onorario dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti dal 2002, ed è stato Presidente dell’ENEA.

Curriculum Vitae di RUBBIA CARLO

E’ nato a Gorizia il 31 marzo 1934. Dopo aver completato gli studi secondari a Venezia, fu allievo della Scuola Normale di Pisa, dove si laureò con una tesi sperimentale sui raggi cosmici, sotto la guida di Marcello Conversi, partecipando allo sviluppo del primo rivelatore di particelle a gas pulsato, fondamentale per il successivo sviluppo della camera a scintille e della camera a streamer.
Subito dopo la laurea, Rubbia si trasferì negli Stati Uniti, alla Columbia University, dove trascorse oltre un anno dedicandosi ad esperimenti sul decadimento e la cattura nucleare dei mesoni, effettuati al Ciclotrone di Nevis. Dal 1961 Rubbia lavora come senior physicist al CERN, il Laboratorio europeo per la fisica delle particelle, di cui è stato Direttore Generale nel periodo 1987-1992. In tale periodo ha portato a compimento la costruzione del LEP (Large electron-positron collider) e ha avviato la costruzione del LHC (Large hadron collider). Dal 1970 al 1988 è stato professore alla Harvard University negli Stati Uniti e attualmente ricopre la cattedra di Fisica superiore presso l’Università di Pavia.
Fra i suoi lavori più importanti vanno ricordati: la scoperta del processo di decadimento beta del pione positivo; la prima osservazione della cattura del muone in idrogeno; la determinazione della violazione della parità del decadimento beta dell’iperone lambda; l’osservazione di correnti deboli neutre (prima prova dell’esistenza di un bosone neutro). Tali esperimenti furono effettuati presso diversi acceleratori negli Stati Uniti (al Fermilab, nell’Illinois, ed al Brookhaven National Laboratori di Long Island, NY) e a Ginevra.
Inoltre Rubbia propose e realizzò al CERN un nuovo acceleratore di particelle in cui si fece collidere un fascio di antiprotoni con un fascio di protoni, allo scopo di raggiungere energie tali da consentire la produzione di bosoni vettori intermedi (particelle circa cento volte più pesanti dei protoni). La realizzazione di questo acceleratore richiese lo sviluppo di tecniche innovative, in particolare per la creazione e l’accumulazione di antiprotoni in un fascio di alta densità.
E’ nel 1983 che la collaborazione internazionale di oltre cento fisici guidata da Rubbia al CERN, nota come il gruppo UA1, rivelò l’esistenza di tre bosoni vettori intermedi, confermando le predizioni della “teoria elettrodebole”, che valse a Steven Weinberg, Sheldon Glashow e Abdus Salam il premio Nobel per la fisica 1976, e che unifica due delle quattro forze della natura, la debole e l’elettromagnetica, gettando le basi per raggiungere una “teoria di unificazione completa”. L’anno successivo, per tale scoperta venne assegnato il premio Nobel a Carlo Rubbia, assieme a Simon van der Meer che collaborò alla realizzazione dell’acceleratore protone-antiprotone; l’intervallo tra la scoperta e l’assegnazione del premio fu uno dei più brevi nella storia del Nobel.
L’attività più recente di Carlo Rubbia è rivolta al problema della produzione di energia mediante nuove tecnologie; attualmente egli è Presidente dell’ENEA, l’ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente.
Carlo Rubbia è membro delle seguenti accademie: Accademia dei Lincei, Accademia dei XL, American Academy of Arts and Sciences, Ateneo Veneto, European Academy of Sciences, Accademia Pontificia delle Scienze, Royal Society, Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, Accademia Sovietica delle Scienze, Accademia Polacca delle Scienze.
Sono stati attribuiti a Carlo Rubbia altri numerosi premi, tra i quali: premio Presidente della Repubblica dell’Accademia dei Lincei, Medaglia d’Oro della Società Italiana di Fisica, premio Lesile per risultati eccezionali (Harvard University), Silver Dirac Medal (Australia), premio UNESCO “Giovani per la Cooperazione Internazionale e la Pace”; inoltre è stato insignito del titolo onorifico di Cavaliere di Gran Croce in Italia, e di “Officier de la Lègion d’Honneur” in Francia.
Ha ricevuto le seguenti lauree honoris causa: Università di Ginevra (1983), Carnegie Mellon University (USA, 1985), Università di Genova (1985), Università di Udine (1985), Università La Plata (Argentina, 1986), Northwestern University (USA, 1986), Università di Camerino (1987), Chicago University (USA, 1987), Lodola University (USA, 1987), Boston University (USA, 1988), Università di Sofia (Bulgaria, 1990), Università di Mosca (U.S.S.R., 1991), Università di Padova (1992).

L’Istituto è un’Accademia

che ha per fine l’incremento, la diffusione e la tutela delle scienze, delle lettere e delle arti.

L’Istituto promuove e realizza progetti di studio e ricerca, anche in collaborazione con altri enti, istituzioni, fondazioni. 

L’Istituto Veneto deriva dal Reale Istituto Nazionale voluto da Napoleone all’inizio del XIX secolo.

L’Istituto ha due sedi, palazzo Loredan, assegnatogli dallo Stato nel 1891, e palazzo Franchetti, acquisito nel 1999 tramite Venezia Iniziative Culturali srl. 

Appelli e posizioni ufficiali pronunciati dall’Istituto 

Eletti dall’assemblea dei soci effettivi, acquisiscono formalmente la nomina con decreto del Ministero della Cultura.

L’Istituto è composto di due classi, è retto dal Consiglio di Presidenza e regolato dal Collegio dei Revisori. 

L’Istituto propone

oltre alle assemblee periodiche dei soci, numerosi tipi di iniziative rivolte al largo pubblico. A queste si aggiungono iniziative di approfondimento, di interesse più specialistico.
Bandisce inoltre premi a concorso. 

L’attività ordinaria dell’Istituto è scandita mensilmente dalle riunioni accademiche.

Tra le attività regolarmente promosse dall’Istituto è l’organizzazione di conferenze, convegni di studio, cicli di incontri divulgativi e altro ancora.

L’Istituto Veneto organizza, promuove e ospita esposizioni documentarie e mostre d’arte collettive e personali. 

L’Istituto bandisce annualmente premi destinati per lo più a giovani ricercatori. 

L’Istituto promuove seminari e scuole internazionali di approfondimento, ma anche corsi di formazione per docenti. 

Le visite, gratuite e prenotabili telefonicamente, permettono di scoprire i tesori nascosti di palazzo Loredan. 

L’Istituto è casa editrice

fin dal 1840 pubblica la rivista «Atti» e una serie di volumi, denominati «Memorie», che raccolgono contributi in forma monografica. Da diversi anni pubblica inoltre una serie di Collane, che riflettono interessi specifici. 

Oltre 300 i volumi pubblicati su temi di storia, letteratura, critica d’arte, filologia, diritto, filosofia, ma anche nelle scienze naturali e matematiche.

L’intero patrimonio delle pubblicazioni edite dal 1840 è stato di recente digitalizzato.

È possibile acquistare online le più recenti pubblicazioni dell’Istituto.

È il periodico digitale, diffuso via newsletter, pensato per far conoscere i nostri soci e offrire loro opportunità di divulgazione.

Ha lo scopo di raccogliere in edizione critica i documenti archivistici relativi a Marco Polo e ai suoi diretti discendenti. 

Selezione di pubblicazioni dell’Istituto disponibili gratuitamente in formato digitale.

L’Istituto conserva

donazioni e lasciti, fondi archivistici, opere d’arte, collezioni scientifiche, biblioteche che ne esprimono la complessa articolazione degli interessi e il prestigio riconosciuto dal mondo accademico. 

L’Istituto conserva i documenti relativi alla propria storia e fondi di personalità importanti per la storia d’Italia. 

Il patrimonio librario è costituito da oltre 100.000 volumi, pervenuti, per la maggior parte, in scambio con le principali istituzioni accademiche mondiali.

Nel corso della sua storia bicentenaria l’Istituto ha raccolto numerose opere d’arte, rappresentative dell’ampiezza dei campi d’interesse.