Di ricca famiglia patrizia, visse per dedicarsi agli studi di storia e collaborando ad opere di beneficenza e all’amministrazione di istituti pii, come pure del Comune di Venezia (1829-31) o di piccoli paesi limitrofi. Nominato professore di estetica all’Accademia di belle arti nel dicembre ’46, se ne dimise nel luglio ’52 “per tutelare la propria dignità”; fu pure deputato all’Assemblea del ’48, ma su posizioni quantomai moderate: nel ’55, infatti, un rapporto della polizia austriaca lo definiva “di una condotta morale e politica immune da censura”. Assiduo collaboratore dell’archivio storico italiano” del Vieusseux, nel ’57 pubblicò la sua opera principale: Sulle consorterie delle arti edificative in Venezia; curatore del museo Correr e della Fondazione Querini-Stampalia, il 5/11/1866 venne nominato senatore, ma non emerse politicamente. Non si sposò, condannando in tal modo la sua famiglia all’estinzione; lasciò i libri ed i quadri al Correr, il suo patrimonio ai servi.