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Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - Testata per la stampa

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Estinzioni di specie ed evoluzione biologica

Martedì 14 Marzo 2006 - Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - ore 17:30

Intervengono Ferdinando Boero e Cristiano Dal Sasso; coordina Sylvie Coyaud

Nel corso della storia biologica del nostro pianeta si sono verificate decine di estinzioni di massa di specie. I paleontologi concordano sul fatto che ne siano avvenute alla fine dell'Ordoviciano (440 milioni di anni fa), del Devoniano (370 milioni di anni fa), del Permiano (245 milioni di anni fa, con scomparsa del 90% delle specie allora esistenti), del Triassico (210 milioni di anni fa) ed alla fine del Cretaceo (65 milioni di anni fa). Quest'ultima è la più nota, perché associata alla scomparsa dei dinosauri, delle ammoniti e di numerosissime altre specie.
L'estinzione di una singola specie può essere dovuta a cause diverse, ma quasi sempre ha a che fare con trasformazioni delle caratteristiche fisiche, chimiche o biologiche del suo habitat e, mutuamente, produce cambiamenti nell'ecosistema. Quando l'estinzione coinvolga un gran numero di specie bisogna ipotizzare mutamenti sostanziali dell'ambiente, con modificazioni delle catene trofiche e delle piramidi delle biomasse.
La colonizzazione umana e lo sviluppo dell'agricoltura (iniziata circa 10.000 anni fa) hanno indotto una profonda modificazione ecologica nel pianeta Terra. L'incremento demografico della nostra specie è accompagnato dalla scomparsa di numerose altre specie animali e vegetali e pone il problema di una possibile estinzione di massa causata dall'antropizzazione, con conseguenze difficilmente prevedibili.

 
 
Immagine di fossile di ammoniteImmagine di Nautilus, considerato un "fossile vivente"Fossile giurassico di  Acheoptyeryx
 
 
 



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